Quello che segue è il calendario delle consultazioni tenute oggi dal Presidente del Consiglio incaricato con le parti sociali.
Ci vedete un’assenza, vero? E infatti, in extremis, è stata aggiunta una parte sociale.
Ok, anche io, nel massimo rispetto di un settore importante come lo spettacolo, me ne aspettavo un’altra, debbo ammetterlo. Ora, da questa assenza si potrebbero trarre diverse conclusioni. Quelle più facili sarebbero strali da lanciare alternativamente, o collettivamente, verso istituzioni sportive, politica, tecnocrazia, informazione, operatori del settore e poteri forti. Solo che limitarsi a ciò è, a dir poco, sterile. Preferisco invece concentrarmi su quanto quell’assenza metta a nudo che l’indubbia (in astratto) dignità dello sport come player sociale strategico non viene riconosciuta sui tavoli che contano. L’assegnazione delle responsabilità di questa assenza è un esercizio importante, ma se rimane una liturgia è mera premessa del suo ripetersi all’infinito. Come trasformare lo sport in un elemento davvero strategico dal punto di vista socio-politico-economico-culturale è argomento del mio ultimo lavoro, a cui rimando gli eventuali curiosi.
Quanto a quell’assenza, ora sappiamo ancora meglio che lo sport italiano è all’anno zero. Cambiare, vien da dire, dovrebbe essere l’unica via. Dovrebbe…
Flavio sono d’accordo però lo sport ha sempre avuto un ministero, sia pur senza portafoglio