L’8 dicembre 2020 si giocarono i primi 13 minuti della gara di Champions League tra PSG e Basaksehir. Per molti, eufemismo, quella rimane la partita in cui l’arbitro apostrofò con un irripetibile epiteto razzista un componente della panchina della squadra cara a Erdogan. In realtà, le cose potrebbero essere andate diversamente, ma oltre due mesi dopo l’accaduto non ne abbiamo ancora certezza. Il giorno dopo, subito prima che la gara fosse ripresa dal 13° e terminata “su base eccezionale”, la UEFA diede notizia con questo stringato comunicato dell’apertura di un’inchiesta.
66 giorni dopo, l’11 febbraio 2021, un’altra stringata comunicazione ha dato conto della prima novità ufficiale rispetto a quell’indagine.
Tra i due comunicati ufficiali e quanto riportato dal giornalista rumeno Emanuel Roşu, che ha seguito la vicenda fin dall’inizio, c’è uno stacco meritevole di attenzione. Nell’immediatezza dei fatti, il 10 dicembre, Roşu pubblicò questa ricostruzione, basata sul suo ascolto dell’audio televisivo. Ieri lo stesso collega, ripreso dai media di tutto il mondo, ha dato conto di come le accuse di razzismo nei confronti degli ufficiali di gara fossero cadute. Il suo reportage, in lingua inglese, è molto completo, e accoglie parte delle conclusioni a cui è giunto l’ispettore UEFA incaricato dell’indagine. Presumo, ma è solo una mia ipotesi, che Roşu abbia preso visione della relazione dell’ispettore grazie ai contatti con qualcuno degli indagati, o più probabilmente con il loro avvocato. Sembra, da questa fonte qualificata, che si possa parlare di una piena assoluzione per il principale accusato, Sebastian Coltescu, che ha pubblicato sul suo profilo Instagram questa frase. Dico “sembra” perché sia il già menzionato comunicato UEFA dell’11 febbraio sia un’altra fonte qualificata, l’Equipe, ricordano che (cito il prestigioso quotidiano transalpino) “non si può scartare una sanzione ai sensi dell’articolo 14 del regolamento di disciplina (per la verità UEFA fa riferimento all’articolo 11, ndr)”. L’Equipe parla di una conclusione entro 2-3 settimane, spiegando che il rapporto dell’ispettore sarà solo uno degli elementi sulla base dei quali la commissione disciplinare dell’UEFA prenderà la decisione finale. Per continuare a seguire la vicenda, che non è quindi giunta a una conclusione definitiva, vi rimando all’account Twitter di Emanuel Roşu, oltre che alle altre fonti, ufficiali e giornalistiche.
Dopo il riassunto dei fatti, mi pare però doveroso avanzare qualche domanda:
- Vista l’importanza e la delicatezza del tema, sarebbe stato possibile praticare da parte dell’UEFA, su base non eccezionale, una maggiore trasparenza e mettere a disposizione di tutti la relazione finale dell’ispettore?
- Dalle anticipazioni di Roşu pare che il cuore di quel rapporto abbia a che fare con la differenza dell’aggettivo rumeno “negru” rispetto alla parola, onomatopeicamente simile, che in molti altri linguaggi identifica invece una grave offesa razziale. Un tema che era già sul tappeto il 10 dicembre
- Una volta presi 66 giorni di tempo, non sarebbe stato meglio arrivare a una conclusione definitiva, e non “a tappe”?
L’intera vicenda lambisce almeno due fronti decisivi. Il primo è relativo alla difficoltà che stiamo avendo, tutti, nel rimanere ancorati ai fatti prima di giungere alle conclusioni, soprattutto in un ambito così delicato e meritevole di attenzione e tutela. Il secondo ha a che fare con i tempi e i modi della giustizia sportiva. Come già approfondito qui e qui, trovo che questi tempi e questi modi ripropongano il peggio della giurisdizione ordinaria, che pur, come quella sportiva. è fatta di tante facce, la maggioranza nobili. La certezza del diritto però è fatta anche, se non soprattutto, di tempi. E quelli dello sport non dovrebbero essere questi.
[…] Essendomi dedicato già in passato alla vicenda, non mi verrebbe difficile estendere qualche considerazione sulle procedure e le tempistiche. Idem dicasi per riflessioni circa l’effettività dei provvedimenti sportivi (secondo questa fonte qualificata Coltescu, decaduto da internazionale il 31 dicembre 2020, potrà comunque arbitrare nel campionato rumeno a sospensione UEFA vigente) e sulla diversa idea di trasparenza che io e le istituzioni sportive deteniamo. […]