Lo so, tra la favolosa settimana di Devotion e l’All Star Weekend, proprio di non-basket o quasi-basket mi devo mettere a parlare ? Scusate, ma è più forte di me. E poi questo Google rischia di rovinare il mondo. Per esempio da una ricerca effettuata ha “sputato fuori” questi due documenti:
16.11.2009
L’assemblea ha anche deliberato che, non appena lo consentiranno le norme federali, la nuova denominazione della società sarà Nuova Basket Napoli s.r.l. E’ stata inoltre inviata alla Comtec la documentazione che attesta il rispetto del parametro Patrimonio/Indebitamento.
10.02.2010
La Commissione Giudicante Nazionale della Federazione Italiana Pallacanestro ha inibito Gaetano Papalia, Presidente della società Nuova AMG Sebastiani Basket per 3 anni e 4 mesi (art. 43,d Regolamento di Giustizia, Atti di frode sportiva) e ha applicato alla società Nuova AMG Sebastiani Basket la penalizzazione di punti 8 da scontarsi nell’anno sportivo 2010/2011 (art. 44 Regolamento di Giustizia, Responsabilità oggettiva per atti di frode sportiva). Il procuratore federale Roberto Alabiso, venuto a conoscenza della sentenza, ha preannunciato l’impugnazione della stessa e il ricorso alla Corte federale.
Il diciottesimo turno del massimo campionato di basket prevede per domani lo scontro che il sito ufficiale della Lega presenta sotto il seguente “marquee”
NUOVA AMG SEBASTIANI – CANADIAN SOLAR BOLOGNA
Si gioca al Pala Barbuto di Napoli, ma la fu Martos e mancata Nuova Basket Napoli da qualche giorno ha assunto, in sede FIP e Lega, la denominazione coatta riportata qui sopra. Nuova AMG Sebastiani Basket, senza città, apolide e reietta.
Alle 17 degli sfortunati ragazzi, che meriterebbero più attenzione da parte nostra, se la vedranno con professionisti che decideranno se assestare loro 80, 100 o 120 punti di scarto. Dei tifosi, attorno a quell’ora, penseranno fuggevolmente alla Coppa Italia del 2006, alle notti magiche di Eurolega della stagione successiva e alle speranze di quest’estate, naturalmente prima di tornare alle proprie occupazioni. Perché al PalaBarbuto, come dire, difficilmente ci sarà il tutto esaurito. Per le 18 e 15, quando andranno in campo le altre, sarà già tutto finito. Addetti ai lavori e no daranno un’occhiata allo scout, registreranno le ennesime statistiche impazzite e farsesche e torneranno ad occuparsi delle altre partite, mentre la squadra apolide tornerà ad essere inghiottita dal buio
Ora, c’è una forma che è sostanza, e per questo va rispettata massimamente. E c’è una forma che invece sostanza non è, o lo è assai meno. Ed è in questa categoria che tenderei a mettere le questioni relative alla denominazione. Con buona pace e massimo rispetto delle motivazioni, che diamo per scontato essere ultra-legittime e cogenti, se tutto quello che si riesce a fare è squalificare Papalia, penalizzarlo per la prossima stagione e far sparire la dizione “Napoli” dalla denominazione della società credo che ci siano limiti precisi nel sistema di controllo.
Ripeto, non mi interessa in sé la questione del nome. Ed ho massimo ed autentico rispetto per l’attività di tutte le parti protagoniste della vicenda. Ma c’è una cosa che manca clamorosamente. E non è l’ammissione di colpa o di presa di responsabilità rispetto a questa vicenda che non possiamo definire incredibile solo perché è davanti ai nostri occhi (e ci rimane).
No, quello che manca non è una ricostruzione di quel che è successo, già che “scurdammoce o’passato” lo dicono proprio a Napoli, città che a quanto so io è ancora segnata sulla carta geografica. Quello che manca è un pronunciamento serio e deciso rivolto al futuro. Che possa fare di Napoli l’ultima tappa di un circuito perverso che si è sviluppato in questi anni attraverso Bologna, Pesaro, Montecatini, Roseto, Capo d’Orlando e molte altre piazze.
Sì, lo so, ognuna di queste situazioni è diversa. In ognuno di questi casi non si poteva fare diversamente seguendo le regole. Già, le regole. Come se fosse una questione di forma e non di sostanza. La forma segue le regole e si appiattisce sulle stesse, la sostanza le scrive in modo che siano al passo coi tempi.
Per me non è più complicato di così. Ora, se chiamare in un modo invece che un altro una squadra o pronunciare o meno il nome di una città aiutasse, saremmo tutti d’accordo. E invece è solo di pedissequo formalismo, di una lavata di mani pilatesca. Di scacciare cioè con una formale obbedienza a regole vuote (scritte troppo tempo fa e per realtà non professionistiche) la fastidiosa presenza di un enorme elefante in mezzo alla stanza.
Un atteggiamento che ritroviamo in un’altra vicenda soffocata, quella di arbitropoli/baskettopoli/raccomandopoli. Un’altra vicenda in cui la versione ufficiale è che hanno sbagliato dei singoli ed è tutto finito. E chi vuole tornare a parlarne, chi vuole capire, viene fatto passare come un cacciatore di streghe, un visionario, un traditore della patria cestistica. Quando a tenerla viva lontano dall’ufficialità e dai riflettori sono le decine di verità diverse raccontate da “chi sa”, troppo spesso pro domo sua. Tanto le regole sono state osservate, le mele marce sono state eliminate dalla cesta e adesso è tutto a posto. Scusate, a me non basta. Questo modo di procedere non mi rassicura, anzi. Ma sicuramente sarà colpa mia.
Un detto recita: la legge per gli amici s’interpreta, per i nemici s’applica.
Gaetano Papalia ha beneficiato prima dell’interpretazione ed ora, immeritatamente, dell’applicazione. Con disappunto di quelli che prima hanno detto “interpretiamo a favore” ed ora volevano nuovamente interpretare, stavolta per bastonare (oltre il dettato della norma).
Papalia, Meneghin, Petrucci: che pena profonda mi fate!
Ho la netta sensazione che le gestione della pallacanestro italiana in questo momento stia gettando al vento l’occasione di rinnovare il format dell campionato professionistico.
Ritengo un paradosso che l’epoca in cui 3 italiani calcano i parquet NBA da protagonisti coincida con il momento più basso per la nazionale e il movimento cestistico.
Intanto ogni anno le rivali del rullo compressore MPS disfano e rifanno le proprie compagini inanellando annate da “zeru tituli”…
Ne discende: ovunque – eccetto a Siena – manca un progetto!?!
Detto questo, il caso Martos è la pietosa conseguenza di una gestione malsana…
Putroppo conosco realtà, piccole o grandi, dove gli interessi personali, dettati dalla serte di denaro o di apparire, comunque meschini, annichiliscono la possibilità di lavorare per il bene collettivo. In tutti i casi mi auguro si possa uscirne!
Un paio di riflessioni ‘tecniche’ collegate, per le quali gradirei un parere di Flavio:
– si dice che Siena fatichi in Eurolega per l’inadeguatezza delle ‘sparring partners’ italiane (purtroppo ridotte a tal ruolo…); discorso che non condivido, come possono testimoniare le vittorie in passato di Maccabi e CSKA…
– credo ci siano almeno una decina di team europei (Barcelona, Real, CL Vitoria, Pana, Olympiakos, CSKA, Khimki, MTA, Efes e lo stesso Partizan) che trasferiti in Italia al posto di Siena dominerebbero il campionato; l’unica certezza confermata è che Siena in Eurolega si trova di fronte squadre tostissime!
Grazie dello spazio concesso.
scusatemi ma non ho capito una cosa.quest’anno NUOVA AMG SEBASTIANI retrocede.quindi l’anno prossimo ci sarà una NUOVA AMG SEBASTIANI che farà la lega2 partendo da meno 8.giusto?allora l’anno prossimo ad essere sfalsato sarà il campionato di lega2?e nessuno fa niente?sicuramente ho capito male io.sicuramente.non puo essere cosi.troppo assurdo.