Ieri la FIP ha emesso il seguente comunicato:
In riferimento a quanto pubblicato dai media sul trasferimento temporaneo di attività della Martos da Rieti a Napoli, la Fip precisa che se la società è stata iscritta al Campionato di Serie A è unicamente perché questa possedeva all’epoca tutti i requisiti necessari richiesti dalla Comtec e dalla Lega di serie A.Non risulta che all’epoca la cosa sia stata stigmatizzata.Per quanto riguarda l’aspetto puramente tecnico, questo è al di fuori delle responsabilità istituzionali della Fip e, se pur nella piena consapevolezza di tutti i possibili significati per uno scarto così ampio fra due club di serie A, non si comprende come si possa istituire un rapporto causa-effetto tra il presidente Meneghin, i consiglieri federali, e la recente sconfitta di 40 punti della società reatina oggi a Napoli.
Per i meno attenti e quelli che non eccellono nell’arte di leggere tra le righe, si tratta di una risposta a un commento della Gazzetta dello Sport che puntava il dito sulla, come dire, scarsa competitività della Martos e sull’opportunità di includerla nel novero delle 16 squadre di serie A. Il terreno è scivoloso, ma al netto delle osservazioni stilistiche sull’opportunità di rispondere per comunicati stampa alla stampa (un circuito un po’ chiuso), qualcosa va pur detto. Da una sconfitta di 40 od 80 punti non si desume alcunchè, e chi perde ha diritto allo stesso rispetto di chi vince. Così come il rispetto per i tanti amanti del basket partenopei è intatto, ed ispira anzi quanto segue. Ma nell’ambiente tutti sappiamo benissimo cosa dicono le “voci di dentro” di Napoli e cosa dicevano quelle di Rieti nella passata stagione. Può essere interamente possibile che tutto quello che “si dice” non sia vero. Non è materiale che basti a istituire un processo, men che meno sommario. Basta però e avanza per mettere l’onere della prova sulle spalle di una società che al momento, per chi come noi guarda da fuori, non offre palesemente sufficienti garanzie tecniche ed economiche per fare parte della serie A. E siccome questi temi erano sul tappeto pari pari l’estate scorsa, sarebbe stato meglio evitare i formalismi, le interpretazioni giuridiche (peraltro assai forzate) di fumosi ed anacronistici regolamenti, i pareri non vincolanti e il falso trionfalismo per il ritorno del basket in una grande città. Il problema, ancora una volta, non è l’attuale Martos o chi la rappresenta oggi. E’ un problema di sistema, di garanzie, di serietà di fondo e sostanza. Di non fare gli struzzi, di volere per davvero fare un salto di qualità. Un problema che riguarda TUTTO il sistema, non una sua parte, anche se in questo momento le contraddizioni esplodono soprattutto in quel di Napoli. Se si potesse risolvere questo problema con un comunicato stampa sarebbe bello, ma purtroppo non è così. Ed alzare il livello della musica, notoriamente, non servì a dimenticarsi dell’impatto con l’iceberg ….
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In primo luogo, consentitemi di dirlo: finalmente!!! Finalmente si parla dell’operazione Rieti che gioca a Napoli. Per così dire… operazione concepita con un escamotage di dubbi legittimità rispetto alla normativa fip ma avallata, senza nessuna obiezione, dalla fip stessa. E qui il ringraziamento, d’obbligo, al presidente fip, Dino Meneghin. Grazie, Dino. Io ho ammirato – da ragazzo – i tuoi duelli sul parquet di Campoloniano con il mio Willy Sojourner ed ho gioito per i successi, al tempo, della nostra nazionale da te guidata sul campo. Ho sperato che la tua presidenza federale fosse presidio di trasparenza e legalità e mi sono ritrovato l’avvallo ad una operazione (mascherata) di cessione del titolo sportivo realizzata fuori tempo e fuori regola tramite la cosiddetta l’autorizzazione temporanea (?!) alla Nuova Sebastiani Rieti a giocare a Napoli. Ciò ha consentito la sottrazione, ingiusta, alla città di Rieti della sua gloriosa società di basket, società alla quale gli enti pubblici locali ed i cittadini reatini hanno dato, negli anni, non poco in termini anche economici.
All’avvallo della fip è seguito il silenzio totale e generale degli organi di stampa di settore. Nulla di nulla sino all’articolo sulla Gazzetta dello sport di Camillo Anzoini seguito allo spettacolo, oggettivamente poco decoroso, offerto dalla Martos contro Caserta davanti alle telecamere di Sky. La squadra, come molti avranno visto, s’è presentata al “derby” senza Adeleke e Gigena. Gli ultimi due a trovarsi fuori roster dopo i tagli (o le fughe?) di Allred e Reynolds, (nonchè di coach Marcelletti, forse tacitamente esonerato, ma di certo non ancora sostituito) che si pongono sulla medesima linea di quanto accadeva nella Nsb di Rieti, che a Rieti giocava, la scorsa stagione (fuggirono: Pickett, Harvey, Prato e Pasco). Ora la Martos spende per ingaggiare giocatori di nome (Jones. Traylor) ma nulla ci dice sulla sorte dei suoi ingenti debiti pregressi. Si spende dunque; ma dopo aver soddisfatto i creditori di lungo corso oppure caricando debito su debito?
Di ciò non interessava niente a nessuno fino a qualche giorno fa, come se vicende del genere siano neutre per il movimento del basket italiano che, evidentemente, alla credibilità propria non tiene affatto.
La lega e la FIP sono scandalose sono anni che la squadra di
Papalia parte con punti di penalizzazione x mancati pagamenti,
questa situazione era facilmente immaginabile.
Ricordiamo poi che Rieti si è salvata l’anno scorso
perchè ha giocato l’ultima partita ad Udine contro una
squadra che ha schierato solo gli juniores e jerome Allen
andando a falsificare il regolare svolgimento del campionato.
Da questo esempio la Lega ha pensato bene di inventarsi
la compra vendita della retrocessione per 500000 euro,una
cosa scandalosa.
iL campionato di Basket è ormai inguardabile, i veri giocatori
italiani si contano sulle dita di una mano,si sa già chi vince il
campionato (Siena) e chi retrocede (Napoli-Rieti) la
penultima paga risparmiando sui giocatori da metà campionato in
poi.
Uno spettacolo desolante, da tifoso fortitudo ringrazio di essere
finito a vedere la A dilettanti dove è possibile vedere squadre ben
organizzate ,Italiani ,giovani ed uno spettacolo che non ha nulla
da invidiare alle categorie superiori.
Posso assicurare che vi sono tanti giocatori che potrebbero tranquillamente giocare come panchinari in serie A.
Faccio presente che Avellino prima in classifica con Siena ha
come giocatori italiani per la nazionale CASOLI che ha 39 anni
e CORTESE che è un cinno che in serie A ha giocato solo come 12esimo qualche anno fà in fortitudo.
@ Lauro : ma tu sei veramente convinto che arrivi il “trattore”?Non arriverà mai,fidati!
Ritengo che un esperto di sport americano come Flavio potrebbe darci una sua interpretazione sul significato e sull’attualità del concetto di franchigia nel contesto italiano.
Mi riferisco al fatto che da un punto di vista imprenditoriale è ovvio che il progetto Papalia abbia un suo fondamento, e non vale dire che ad oggi c’è poco pubblico e sponsor di dimensioni modeste, l’imprenditore ragiona sulle potenzialità dell’ambiente dove viene conferito l’investimento in un ragionevole lasso di tempo.
Direi per paradosso che sarebbe comunque un buon affare anche prevedere di ripartire l’anno prossimo in A2 vincere il campionato e sulle ali della folla festante approdare in A1 ( quale pubblico è insensibile ad una vittoria ? )
Altro è dire se le risorse disponibili sono sufficienti alla bisogna, ma questo è vero per Napoli e per Rieti.
Il vero errore di Napoli oggi e non dire chiaramente che una retrocessione non è la morte civile alla luce di un progetto plausibile.
Molte franchigie NBA ( vedi New York ) accetteranno una stagione mediocre per risparmiare sul salary cap visto che nel 2010 si libereranno fior di campioni e al massimo quest’anno non approderanno ai play off e perderanno un pò di pubblico. Ma giocarsi la chance di prendere Lebron con una buona offerta non è una idea sensata dal punto di vista imprenditoriale oltre che tecnico?
x Vincenzo: non mi sembra che Papalia abbia poi trovato tutti questi sponsor in quel di Napoli. A parte Martos (che comunque a grandi linee dà quello che Solsonica garantiva fino allo scorso anno) non mi pare che ci siano tutti questi abbinamenti milionari che Papalia proclamava fin da questa estate pur di scappare in Campania. Senza contare che a Rieti poteva contare su centinaia di migliaia di euro da parte delle Istituzioni Pubbliche nonchè da una cospicua quota di abbonamenti e biglietti (cosa che sinceramente non mi sembra che stia avvenendo a Napoli)!
Il problema è che si è avallato questo trasferimento anomalo contro ogni genere di norma e logica sportiva semplicemente perchè abbagliati dalla possibilità di riportare in serie A una metropoli come Napoli a discapito di una piccola realtà come Rieti! Perchè tanto, a chi vuoi che importi se il nome Sebastiani (ovvero la nostra storia cestistica) sia adesso abbinato al nome Napoli o se il nostro logo con le nostre mura merlate facciano bella mostra sulle maglie azzurre campane? A chi vuoi che importi se ancora adesso i vari organi di stampa non sanno come chiamare questo mostro a due teste (NapoRieti? Sebastiani Napoli? NSB Rieti a Napoli?)?
Il fatto è che questa estate questo traferimento (temporaneo? Definitivo? Boh…ognuno dice una cosa diversa) andava bene a tutti: a Papalia, alla FIP, al CONI…senza parlare dell’assordante silenzio di gran parte dei mass-media nei confronti di motivazioni quantomai “originali” (mi riferisco alla presuntà non-idoneità economica del Palasport di Rieti…mah)! Adesso invece che questo progetto si sta sfaldando giorno dopo giorno, rivelandosi un pericoloso boomerang mediatico per l’immagine dell’intero movimento cestistico italiano, ecco che molti di questi personaggi sembrano quasi cadere dalle nuvole! Sinceramente, una pessima figura per il basket nostrano…
Ciao Flavio, discussione interessantissima come sempre.
Ci sarebbe tanto da dire, mi sforzerò di essere sintetico.
Che ci sia una crisi di sistema è poco ma sicuro e il nostro basket andrebbe ripensato nella sua organizzazione dalla base, prima che sia troppo tardi. Negli ultimi anni abbiamo assistito al fallimento di numerose società, alcune delle quali hanno fatto la storia della nostra pallacanestro: Virtus Bologna, Scavolini Pesaro, Roseto, Napoli, Capo D’Orlando, Fortitudo Bologna e anche Caserta se andiamo un pò più indietro negli anni. Adesso con la crisi economica mondiale che attanaglia la nostra economia è ancora peggio.
Nello specifico su Napoli, vorrei dire qualcosa da napoletano, tifoso di Napoli, ma che vive al Nord.
Sono felice del ritorno della pallacanestro a Napoli, per giunta di vertice, dopo solo un anno. Sarò contento se il progetto Papalia andrà in porto, faccio il tifo per la mia squadra, con un naturale scetticismo ma senza critiche preventive.
Le persone serie le critiche le fanno alla fine, non si può dire che il film è brutto senza averlo prima visto.
Sto notando, in questa vicenda, malafede, menzogne spacciate per verità e un accanimento senza eguali.
Tu parli di “voci di dentro” citando una celeberrima opera di Eduardo, che in un passo tra i più belli di un altra sua grande opera, “Napoli Milionaria”, diceva più o meno testualmente ” se si dice che si sono rubati un piroscafo con tutti i passeggeri, si dice che è vero ed è successo a Napoli”.
Voglio dire che siamo arrivati al punto che se a Napoli piove, si dice che è colpa di Papalia che non ha pagato i giocatori, forse anche se arrivasse uno sceicco come presidente qualche giornalaio, questi sono coloro che si inventano le notizie, continuerebbe a parlare di problemi economici.
La stampa nazionale dovrebbe verificare le notizie e se sono vere pubblicarle, altrimenti no.
La società di sicuro non naviga nell’oro e infatti in una prima fase ha acquistato i giocatori (scarsi) che poteva permettersi e questo andrebbe apprezzato.
Quando sono arrivati i soldi degli sponsor ha alzato il tiro prendendo via via giocatori più forti che renderanno la squadra competitiva (secondo me si salva!!!).
Questa strategia era stata annunciata da Papalia alla prima conferenza stampa a Napoli, ma i giornalisti presenti evidentemente hanno la memoria corta.
Ad oggi non c’è un giocatore nel roster che non abbia percepito quanto dovuto!!!! Adeleke, benchè pagato e con tanto di contratto firmato ha deciso di non voler più lavorare. A me mi avrebbero licenziato dopo 5 minuti!!!
Non ho la palla di vetro e non sò che succederà domani, spero che il progetto vada avanti e che Napoli possa avere stabilmente il basket di vertice.
Vorrei all’uopo una stampa libera e senza pregiudizi che ci raccontasse le cose come stanno senza essere contro a prescindere,per chi sa quale motivo , e che non si inventi le notizie, con un matematico calcolo delle probabilità, nella speranza di poter dire “io l’avevo detto”.
comunque in tutto questo diamo il ben arrivato al ” trattore” grande tractor
vorrei allargare il raggio della discussine e porre3quesiti:1papalia xkè nn ha trovato sponsor a rieti e li ha trovati a napoli(la camorra c’entra qualcosa??)??? 2il palabarbuto di napoli è sempre vuoto(addirittura sabato c’erano+tifosi di caserta ke di napoli),la societa’ nn ha1minimo di organizzazione,la squadra si sta costruendo come le figurine dei calciatori,il passaggio del titolo(a onor del vero)resta qlks di illegale….ma far restare la fortitudo in serie A (aiutandola economicamente,è ovvio)nn era meglio x il basket italiano?? e infine…tt qst nn scalfisce(se è ancora possibile!)la reputazione dell’italia all’estero??? risp please!!!!
@Paolo per certi versi hai ragione però permettimi di dissentire. Fai degli esempi di realtà che vivono per la pallacanestro e levargliela sarebbe a mio avviso controproducente. Cantù è una città di basket, al pari di Varese. Fanno 3/4 mila spettatori di media! Vogliamo creare una sola realtà che aggreghi tutto il basket lombardo magari a Milano? Risultato: un Forum con le medesime presenze di pubblico. Contro il Pana campione d’Europa che presentava la creme del basket europeo, lo spettacolo era desolante fidati. Eravamo io (nemmeno tifoso AJ), Flavio e altri 4 gatti!!!! Conosco meno la realtà campana ma credo valga lo stesso discorso.
Dalla Nba qualcosa si può prendere senza dubbio (es. una lega che garantisse gli stipendi ai tesserati non sarebbe male visto i tanti esempi negativi che sento), ma ci sono altri aspetti difficilmente replicabili.
Concordo e aggiungo che auspico si arrivi a un sistema davvero proefssionistico (senza retrocessioni) basato fortemente sulla capacità ricettiva ed economica delle aree in cui una squadra opera.
Se continuiamo a esibire l’alibi del “l’Italia è un campanile” non andiamo da nessuna parte… ha senso (soprattutto di questi tempi) disperdere energie economiche avendo, per esempio, 3 squadre in un fazzoletto in ben due casi (Varese, Cantù, Milano – Caserta, Napoli, Avellino)?
Non sarebbe meglio varare un sistema stile NBA che assegna in base a ricettività di pubblico e progetti economici la licenza di giocare in serie professionistica?
Io non ho la risposta comunque se andiamo avanti a campare alla giornata sarà sempre peggio.
Flavio, scusa, di che voci si parla? Se napoli voleva così fortemente una squadra da serie A, pur con la consapevolezza di non essere competitivi, da spenderci tanto da tenere a bada la comtec… dove sta il problema?