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Il caso Huertas (per chi vuole provare a capire)

Al link http://www.youtube.com/watch?v=D3HLWyAToqI le immagini di quanto successo domenica ed il commento TV. A seguire invece quello scritto, meno schiavo dei tempi televisivi. Avvertenze per l’uso: lo sforzo fatto è quello di farsi domande e suggerire risposte. Il dibattito che si auspica è quello anche vivace ma relativo a come devono essere amministrate in futuro situazioni complesse come queste.Tra l’altro a quest’altro link http://acbtv.acb.com/video/291 si vede chiaramente che Huertas, in maglia Bilbao, aveva già provato, con successo la giocata, approvata espressamente dagli arbitri ACB

Se non è nemesi questa … Ancora il PalaDozza, ancora la Fortitudo, ancora una questione di orologio, ma questa diversa per genesi, distanza dalla sirena e meccanica dell’errore di cronometraggio. Succede che a 30 e 82 dalla fine del derby, Huertas pensi di mettere in pratica gli insegnamenti di Aito, stoppando la palla col petto al fine di far partire il cronometro (come dovrebbe avvenire perchè la palla colpisce un giocatore in campo) ma non i 24 secondi (perché quelli partono solo quando un giocatore è in controllo di una palla viva, e certo toccare col corpo la palla non configura controllo). Il problema è che per proteggere la sfera il brasiliano volta le terga al tavolo. L’arbitro Paternicò e il cronometrista non si accorgono del contatto tra palla e petto, Huertas con grandi gesti cerca di metterli sulla pista giusta ma dopo 4 secondi si arrende all’evidenza e raccoglie la palla, anche se Boykins, ignaro di tutto, non considera neppure lontanamente l’idea di pressare o rubare.
Quello che accade dopo è irrilevante, come il tiro di Minard dell’8 febbraio. Non si può speculare su quello che sarebbe accaduto, ma solo su quello che è successo durante quei 4 secondi. Se invece che 30 sul cronometro ci fosse stato 26 o 22, attacco e difesa si sarebbero comportate in maniera diversa, o almeno ne avrebbero avuto tutte le possibilità. Il che rende sbagliato collegare quello che è successo dopo, col cronometro a 30, con quello che sarebbe forse successo con un altro cronometro (tra l’altro se il cronometro fosse partito, come era necessario, Huertas non avrebbe certo raccolto il pallone fino almeno a 24 secondi dalla fine, in modo da avere l’ultimo possesso).
Meglio dunque concentrarci su quello stop di petto, per capire quali domande solleva. La prima è: si può giocare la palla intenzionalmente col petto ? Andiamo come Nino Frassica al regolamento (poi ci torneremo)

Art. 13 Come si gioca la palla

13.1 Definizione
Durante la gara, la palla viene giocata solo con la/le mano/i e può essere passata, tirata, deviata, rotolata o palleggiata in qualunque direzione, nei limiti consentiti da questo Regolamento.

13.2 Regola
13.2.1 Un giocatore non deve correre con la palla, deliberatamente calciarla o bloccarla con qualsiasi parte della gamba o colpirla con il pugno. Comunque, entrare in contatto o toccare accidentalmente la palla con qualsiasi parte della gamba non costituisce violazione.
Un’infrazione all’Art. 13.2 costituisce una violazione.

Il punto 1 sembra chiaro, la palla viene giocata solo con le mani (“hands only” nella versione originale). Il che sembrerebbe chiaramente escludere la possibilità di giocarla con un’altra parte del corpo, dalla testa alle spalle, dalle orecchie al naso. Ma il punto 2 parla espressamente di gamba e pugno, non delle altre parti del corpo. Un caso piuttosto complesso, perchè a livello di spirito del gioco non credo sia in dubbio che giocare la palla col petto (o la testa) non faccia parte del basket. Ma a livello di interpretazione puntuale del regolamento, manca quell’ indicazione (“un’infrazione all’Art. 13.2 costituisce una violazione”) che permette di far entrare la situazione nel novero delle violazioni. Anche perché

Art. 22 Violazioni

22.1 Definizione
Una violazione è un’infrazione alle regole.

Azzardo: prima di Aito, nessuno ha mai pensato che sarebbe stato necessario specificare che colpire di petto o di testa la palla è una violazione. Magari invece no, ma solo i legislatori ce lo possono dire. Nelle more della loro comunicazione, converrà dare un’interpretazione la più autentica possibile.
Perché la giocata nella sua concezione è semplicemente geniale. Io la farei cercando di deviare il pallone con le mani, ma ovviamente toccarla col petto spezza sul nascere le possibilità che ti venga accreditato il controllo della palla, così definito dal regolamento

Art. 14 Controllo della palla

14.1 Il controllo della palla da parte di una squadra inizia quando un giocatore di quella squadra ha il controllo di una palla viva,poiché trattiene o palleggia o ha a disposizione una palla viva.

Il che rileva alla luce di un altro articolo

Art. 29 Ventiquattro secondi

29.1 Regola
29.1.1 Ogniqualvolta un giocatore acquisisce il controllo di una palla viva sul terreno, la sua squadra deve effettuare un tiro a canestro entro ventiquattro (24) secondi.

Quindi se toccare la palla col petto è legale e non costituisce violazione (personalmente ritengo sia un grosso “se” ma ci serve per andare avanti) l’amministrazione corretta della giocata è: parte il cronometro, resta fermo l’orologio dei 24 secondi.
Arriviamo all’ultimo punto della questione, il collegamento cioè con i fatti dell’8 febbraio. Naturalmente si tratta di due errori diversissimi da tutti i punti di vista, ma l’effetto è identico. E’ stata alterata la durata del tempo di gioco rispetto ai 10 minuti previsti dal regolamento. Il che rileva alla luce del seguente passo della motivazione della sentenza che ordina la ripetizione della gara GMAC-Premiata

IL RIMEDIO PER L’ACCERTATA DURATA IRREGOLARE DELLA GARA NON PUO’ CHE ESSERE LA RIPETIZIONE DELLA PARTITA

Sillogismo: anche questa gara ha avuto una durata irregolare rispetto ai 10 minuti per quarto indicati dal regolamento, quindi anche questa, se fosse stata oggetto di ricorso, sarebbe stata fatta ripetere, almeno da quei giudici. Il fatto che in quel caso si sia aggiunto lo spegnimento, volontario, del cronometro, non differenzia nella sostanza i due casi. Come non li differenzia da altre 10 o 20 gare di questo campionato (come minimo).
Ma il problema, per l’ennesima volta, è di carattere generale. La vicenda del ricorso di Montegranaro è censurabile per i tempi, inaccettabili, e per i modi, il rigetto dei DVD e delle foto prodotte dalle parti, con cui si è arrivati al verdetto. Non interessa qui censurare l’operato dei rispettabilissimi giudici, ma il processo cui si arriva a quel verdetto. Che Montegranaro dovesse giocare quel secondo e 04 non è in discussione. Una volta che non lo ha giocato, dovrebbero assolutamente subentrare le seguenti esigenze:

Preservare quanto regolarmente successo fino alla richiesta del time-out della Premiata
Stabilire chi ha commesso i numerosissimi errori da quel momento in poi
Dare in tempi brevissimi un verdetto finale
Spiegarne in maniera chiara e trasparente le motivazioni
Irrogare le eventuale sanzioni per chi ha umanamente sbagliato

Tutto questo è incompatibile con le modalità con cui viene amministrata la “giustizia sportiva” ed il settore arbitrale, che per l’ennesima volta merita fiducia, non in bianco ma motivata dalla voglia e dalla passione che porta ogni giorno sui campi. Col massimo rispetto delle parti, la cosa più importante sarebbe lavorare per il futuro. Se domani nessuno è in grado di ricostruire quanto deve essere rimesso sul cronometro, qual è la procedura da seguire ? Se giovedì Diamantidis o Prigioni o Reyes toccano il pallone con la testa od il petto, c’è infrazione o no ? Ma già, è lo stesso mondo che scrive una regola sul fallo antisportivo, non se la chiarisce neppure minimamente e poi si lamenta stracciandosi le vesti quando un antisportivo dubbio viene fischiato contro. E’ l’ora del salto di qualità: o lo facciamo tutti assieme, o andiamo avanti in questo suk sempre più difficile da gestire.

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