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Il canestro di Livorno: nuovi documenti

Grazie alla rete che si è attivata, sono arrivati nuovi documenti video di cui ieri non disponevamo. Le immagini del canestro di Forti da un’altra angolazione non lasciano dubbi sul fatto che il tabellone del PalaMacchia lampeggi a fine gara, ma ancora più importanti sono altre immagini, quelle che trovate di seguito e riguardano Gara-3.

Appena la partita finisce infatti , la parte bassa a destra del tabellone si mette a lampeggiare in corrispondenza dello 0 sul cronometro dalla parte della squadra in testa in quel momento (la Philips vinse quella partita 73 a 69).

Direi che a questo punto c’è materiale sufficiente per dire che il canestro di Forti è arrivato sicuramente dopo lo 0 sul cronometro del PalaMacchia, l’unico che possa darci una certezza su quel concetto di “scadere del tempo di gioco” riportato dal regolamento del 1989.

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9 Comments

  1. Claudio Evangelisti Claudio Evangelisti

    Sono Livornese e…. c’ero anch’io.
    Anch’io ho esultato e poi pianto .
    Complimenti Flavio, grande trasmissione , obiettività da giornalista serio, appassionato e corretto quale sei.
    Dalle ma parti ancora oggi ci sentiamo i vincitori morali di quello scudetto e questo oggi ci deve bastare.
    Purtroppo da allora la pallacanestro a LIVORNO non è stata più la stessa.
    Ma questa è un’altra brutta, triste storia, tutta in salsa labronica.
    Complimenti ancora Flavio.
    Ma

  2. Riccardo Rizzo Riccardo Rizzo

    Il tentativo della trasmissione di Sky voluto dal signor Tranquillo non è che un arrampicarsi sugli specchi per tentare di definire con sicurezza a distanza di tanti anni un episodio che purtroppo non potrà mai essere chiarito con certezza…
    evidentemente a qualcuno di Milano tutt’ora crea fastidio il fatto che quello scudetto non risulti limpidissimo ed ha “invitato” Tranquillo ad operarsi per imbastire qualcosa che metta a tacere le convinzioni dei libertassini….
    Tra l’altro mi pare che a suo tempo sulla RAI venne dimostrato, con un cronometraggio parallelo, che il tiro di Forti era stato scoccato dopo sei decimi di secondo dallo “zero”. Peccato che l’ineffabile quartetto di quella trasmissione Sassi-Giordani-Bocchi-Premier non avesse valutato che in realtà il cronometro si azzerava a 99 centesimi dal termine, quindi 99 – 60 significava che il tiro era partito a 3-4 decimi di secondo effettivi dalla fine. Anche se è probabilissimo che Zeppilli abbia udito suonare la sirena prima, visto il cronometraggio senza decimi dell’epoca. Pare strano comunque che Fantozzi che aveva la possibilità di tirare direttamente, dopo aver chiaramente fissato il cronometro del tabellone, abbia deciso di passare la palla a Forti: se avesse visto che ormai il tempo stava scadendo avrebbe senza dubbio tirato, anche se con scarse percentuali di realizzazione, vista la distanza.

  3. Roberto Rizzo Roberto Rizzo

    A proposito della trasmissione sulla finale Enichem – Philips: io ero presente a quell’incontro e quando vidi il gesto di Zeppilli subito dopo la sirena, capii quale era l’esito della partita e come molti altri piansi lacrime amarissime.
    Comunque non voglio giudicare se il canestro arrivò in tempo utile o meno, ma voglio commentare le dichiarazioni degli addetti a distanza di 27 anni: tu stesso hai sottilineato l’obiettività di Forti, per contro tengo a sottolineare l’estrema antipatia dell’ex GM di Milano Cappellari che ha voluto confermare nel tempo la sua perdurante antisportività. Tra l’altro consiglio a questo signore di evitare di imitare la parlata dei livornesi, perchè fa veramente ridere i polli…..”il canestro di Forti ell’era bono!” Quello è fiorentino, non labronico! E tra l’altro trovo strano che un protagonista di quei tempi, Dino Meneghin, non sia stato interpellato o non abbia voluto parlare dell’episodio, proprio lui che subito dopo la finale era stato uno dei più equilibati nei commenti su quell’episodio finale…..

  4. Carlo Carlo

    ciao,
    vorrei fare un’osservazione su quanto detto da Flavio in trasmissione nel momento in cui parla dell’ultima ripresa di gioco con il cronometro a 50 secondi. In trasmissione lui dice: il cronometro segna 50 secondi quindi al massimo mancano 50.99. Poi dice: se è vera la tesi di Bucci e Tonut, allora dobbiamo aggiungere un secondo, quindi contiamo fino a 52 secondi per essere sicuri.
    Secondo me sbaglia. Al massimo deve contare fino a 51 secondi per il motivo che provo a spiegare.

    secondo l’ipotesi Bucci/Tonut, questo è il modo in cui funziona il cronometro del tabellone a seconda dell’intervallo temporale in cui ci si trova:
    tra 0.00 e 0.99 il tabellone segna 0
    tra 1.00 e 1.99 –> 1
    tra 2.00 e 2.99 –> 2

    tra 49.00 e 49.99 –> 49
    tra 50.00 e 50.99 –> 50

    questo, invece, è il modo in cui sembra “ragionevolmente” funzionare il tabellone:
    a 0 il tabellone segna 0
    tra 0.01 e 1.00 –> 1
    tra 1.01 e 2.00 –> 2
    tra 2.01 e 3.00 –> 3

    tra 49.01 e 50.00 –> 50
    tra 50.01 e 51.00 –> 51

    quindi se il tabellone segna 50, significa che:
    -nell’interpretazione Bucci/Tonut mancano al massimo 50 secondi e 99 centesimi
    -nell’altra interpretazione mancano al massimo 50 secondi e 0 centesimi

    Aggiungo un’altra osservazione, basata su di una mia esperienza personale, relativamente al funzionamento della sirena. Proprio a cavallo degli anni 80/90, durante le partite casalinghe dei cadetti/juniores della società per cui ero stato tesserato, mi capitava spesso di trovarmi al tavolo per redigere il referto o fare il cronometrista. Questo, naturalmente, non fa di me un esperto del settore, ma con la strumentazione di cui disponevo la sirena partiva automaticamente allo scadere del tempo e dovevo schiacciare un pulsante per interromperla, non il contrario.

  5. felice felice

    ciao flavio, cambiando discorso volevo chiederti ma non sento più nelle partite la regola dell’ 1+1, cioè ti danno un libero, se lo segni ne hai a disposizione un’altro, altrimenti no, ma quando è stata tolta?

  6. felice felice

    i livornesi non si rassegnano al fatto che quel campionato l’abbiamo vinto meritatamente come tutti gli altri, capisco la loro rabbia però noi non abbiamo rubato nulla.

  7. Sergio Sergio

    Analizziamo anche come Milano arrivo ‘ in finale con una monetina che colpiva Meneghin in gara 1 nettamente persa da Milano e la federazione che faceva giocare gara 2 senza dare l’esito di gara 1 ???

  8. Pierantonio Gaia Pierantonio Gaia

    Credo sia utile ricordare che “ai tempi” la sirena di fine gara non era azionata in modo automatico dal cronometro: non lo ricordavo ma penso sia stata una motivazione per il lampeggio utile, ad esempio, ad un cronometrista “lento”.

    Lo stesso motivo giustifica la prima frase del Regolamento (“..allorchè il cronometrista segnala la fine del tempo di gioco”).

    Questa frase riassume la sequenza del cronometrista: vedo la lancetta sullo zero, metto il dito sul pulsante sirena, pigio il pulsante; dunque il tempo è a zero da prima che parta la segnalazione, anche se per il solo tempo di reazione del cronometrista che però, allora, non poteva essere escluso e, dunque, la fine è, addirittura, un po’ oltre lo zero (nessun cronometrista in quel contesto avrebbe azionato la sirena prima dello scadere!!).

    Giustamente Zeppillo nell’intervista afferma di aver sentito il suono della sirena e di avervi fatto riferimento, proprio nel rispetto della regola: va anche notato che Pasquale era in prossimità del tavolo, come si raccomandava allora, per non aggiungere anche il tempo di propagazione del suono e, magari, per sentire (difficile in quel Livorno) anche il countdown del cronometrista.

    La fine della gara, comunque, era ed è al momento dell’azzeramento del cronometro, oggi a maggior ragione.

    A questo, penso, abbia fatto riferimento la sentenza FIP ed a questo si è sempre fatto riferimento in caso di contestazione per ritardo nell’intervento del cronometrista, fatte salve, ovviamente, le eccezioni specificate dal Regolamento stesso.

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