Le dichiarazioni di Andrea Bargnani sull’avventura estiva in azzurro riaprono un fronte “caldo”, quello relativo alla guida tecnica della squadra Nazionale. Che siano parole destinate ad alimentare discussioni mi è apparso chiaro fin da ieri, quando sono state pronunciate dal Mago durante un’intervista tesa a preparare uno speciale che andrà in onda su SKY prima della nuova stagione NBA. Discussioni, non polemiche.
Perché lavare i panni sporchi in famiglia è sacrosanto finchè si gioca, ma quando si fanno i bilanci un dibattito pubblico può essere salutare se ne sai gestire i lati positivi. Tenere sotto traccia fatti e sentimenti che nell’ambiente tutti conoscono non è di solito un’idea sana, la polvere sotto il tappeto non sparisce. Non è una critica alla legittima scelta di Reclacati e della FIP di non replicare (almeno al momento per quel che ne so io). E’ solo un invito a non farsi trascinare dall’emotività, a non dividersi tra quelli che dicono “cacciate Recalcati, con lui Bargnani non rende” e quelli che controbattono “ma cosa parla quello lì che non ha fatto un canestro”.
Se vi riconoscete in una di queste due posizioni siete voi pure democraticamente liberi di farlo, ci mancherebbe. Ma una terza posizione (rigorosamente in minuscolo) è sviluppabile. E parte da un presupposto, considerare la squadra nazionale una squadra di pallacanestro. Diverso da un club per molte specificità ma una squadra, semplicemente. Non un fenomeno esoterico, il prodotto di un non meglio specificato “movimento”, il risultato per sommatoria di altrettanto generiche “componenti”. Una squadra, che si allena poco insieme, fuori stagione, e si gioca il suo destino spesso in 1-2 partite massimo. In cui allenatore e giocatori vanno sempre giudicati cum grano salis, perché il rischio di esaltarli o deprimerli a dismisura è sempre dietro l’angolo.
Ritornando a bomba, montare polemiche non serve a nulla, discutere magari sì. Altrimenti dovremmo rifarci al dopo-partita a Pau. Se inserite in un motore di ricerca i dati, questo è il primo titolo che viene sputato fuori
Francia-Italia, il post partita: Recalcati attacca Bargnani
Anche qui, come nel caso di specie, non è esattamente così, ma quel “non ho parole” di certo qualche traccia lo ha lasciato, al pari delle dichiarazioni uscite oggi. Non è questione di chi attacca chi, e men che mai di stabilire se uno attacchi l’altro. Non ho mai parlato di Recalcati con Bargnani e al di fuori dell’ufficialità ieri, neppure viceversa. Ma mi pare si parta da un feeling che non è mai nato, o perlomeno non ha preso gran quota.
Colpa di chi non ho idea né voglio averla. Lo potrebbe dire solo uno che ha partecipato a due stagioni di attività ed ha valutato da dentro questo rapporto. Noi da fuori ci possiamo fare solo un’idea sui fatti, che mi sembrano riassumibili ed interpretabili così:
• Come detto niente feeling
• Andrea ha detto una grande verità quando ha sottolineato di essere assai miglior esecutore di precise volontà che non interpretatore (se solo esistesse questa parola) di una traccia
• Coach Recalcati allena credendo nelle tracce, nella libera iniziativa e nella semplicità sia quando vince scudetti e medaglie che quando cicca tre manifestazioni di fila
• Quindi i due non collimano tecnicamente, come non necessariamente collimano sul piano caratteriale e generazionale
• Il problema della squadra nazionale NON è riducibile alla guida tecnica ed a quanti canestri segna o non segna Bargnani, perché questo non è tennis o sci, ma uno sport di squadra
• C’è un diffuso problema di credibilità dell’intero club Italia presso l’opinione pubblica (transeat) e verso l’interno. Oggi chi veste quella maglia nonostante sia animato dalle migliori intenzioni (cfr. Bargnani) non riesce a superare quelle difficoltà che a Lulea ed Atene sono state la benzina di un motore che per cilindrata (leggi talento) non valeva quello di oggi. Perché ha poche sicurezze, perché si vive troppo di emotività e politica e poco di costruttività e basket
• Se si conviene che il problema è questo, non si può dare allo stesso una soluzione, appunto, “politica”. Non si può cioè dividersi in chi propone il nome di Tizio, chi l’allontanamento di Caio e chi spara su varie sezioni di un’autentica Croce Rossa solo sperando di favorire un proprio cavallo in altalenante fede. Bisogna dare a chi ce l’ha la responsabilità di affrontare problemi macroscopici, come sono SEMPRE quelli che emergono dalle interviste. Bisogna cioè guardare in faccia una realtà che comprende un dissidio tecnico tra Bargnani (non solo) e l’allenatore ma non si esaurisce qui. Ma chissà perché, ho la netta impressione che invece la si guarderà nel modo più superficiale.
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Caro Flavio,
solitamente apprezzo molto i tuoi interventi, ma questa volta hai scritto un sacco di parole senza dire niente. Questo tuo esempio di cerchiobottismo mi lascia abbastanza perplesso: hai fatto un’ottima disamina della situazione, ma ti sei limitato a concludere con un generico e abbastanza ignave “bisogna che chi di dovere si prenda le proprie responsabilità”.
Faccio a te la domanda che mi piacerebbe tanto fare a Meneghin: appurato che i giocatori sono questi, e dando per assodato che l’allenatore della nazionale non cambierà, quali misure possono essere (verranno) attuate per porre rimedio a questo trend imbarazzate di risultati della nazionale? In Gallinari we trust? Oppure siamo tutti convinti che fra tot anni il nostro campionato sfornerà fior di campioni, grazie alle imposizioni sui giocatori italiani a referto?
ma perchè, vi risulta che io sia presidente FIP o CONI ?
Auguro a Meneghin e a chi entrerà nel merito della questione Nazionale e delle decisioni legate al movimento cestistico italiano, di avere il “senso d’urgenza” del momento, senaza per questo perndere decisioni drastiche o precipitose. Visto il tempo che sta passando, possiamo stare sereni sul “precipitose”….
Mi piacerebbe vedere sulla panchina italiana Pianigiani o un altro coach in rampa di lancio, che porti entusiasmo e – condivido qualche opinione altrui – non a tempo pieno.
Flavio, trovo le analisi sempre puntuali, competenti e profonde. Mi preoccupo se chi sta lavorando per il basket italiano si fermerà alle prime due qualità.
Io non rientro nè nella categoria dell’impreparazione nè dello scarso impegno del maghetto…
Ritengo che la polemica tra i due soggetti sia del tutto pretestuosa e che non ha nulla a che vedere col basket giocato… C’è sotto una lotta di poltrone che poco m’interessa.
La verità è che Quest’Italia può battere Questa Francia (gli europei non ce li fanno vedere, ma in qualche modo si fa) non più di due volte su 10 anche con Messina in panchina. E’ vero che Bargnani ha un talento che dal vivo poche volte mi è capitato di ammirare… Ero al Palaverde per Treviso – Napoli, guardo questo coso di tre metri, appena diciottenne, che fa arresto e tiro da tre e mi viene un infarto… Purtroppo il ragazzo in questione ha poi dimostrato ed ampiamente di avere la carica agonistica di un tonno in scatola… Che questa Italia abbia talento significa davvero poco se i giocatori non hanno qualità agonistiche degne di tale definizione…
Danilo Gallinari è un’eccezione, speriamo sia sano, un anno d’inattività non è poco… Ma Danilo ha mani e palle per giocare a pallacanestro ad altissimi livelli.
Con questo non posso difendere un allenatore che nel quarto quarto della finale olimpica mi preferisce Rombaldoni a Pozzecco… poi si l’argento, l’europeo… ma quelli che andavno in campo erano gente con le palle…. poi che basile, pozzecco, etc abbiano meno talento di questi qui mica è tanto certo…
In concluisione tra i due preferisco il nulla.
P.S. Caro Flavio, ti voglio bene da quel lontano giorno di una trasmissione di tele+ (o una cosa del genere) nella quale dicesti che Walter Berry era l’americano venuto in Italia con più talento.
Capisco la tua posizione, caro Flavio, ma credo sia opportuno, avendo toccato il fondo (speriamo), assumere un atteggiamento chiaro che magari si rivelerà sbagliato, piuttosto che rimanere in questa situazione di stallo. Tutti colpevoli, nessun colpevole.
Io vorrei aggiungere un paio di elementi al dibattito, nella speranza che possano contribuire ad arricchirlo, a costo di andare a toccare qualche tabù:
1) Detto papale papale, credo che Meneghin, monumento del nostro basket, il più grande giocatore italiano di sempre, sia “unfit” , inadatto a governare la federazione soprattutto in una fase così delicata. Sappiamo tutti che per essere un buon fantino non è necessario aver fatto il cavallo.
2) Al di là delle critiche qui fatte al Recalcati allenatore, molte delle quali anch’io condivido, mi sembra un gravissimo errore scegliere un coach a tempo pieno (scelta peraltro in controtendenza rispetto alle big europee). Anche l’allenatore deve essere allenato: come si può pretendere che chi allena tre-quattro gare ufficiali all’anno possa essere pronto a prendere decisioni fulminee quanto un collega che ne fa cinquanta o sessanta? Non dico che siamo fuori dagli Europei pe questo, ma credo che tutti abbiano notato una certa difficoltà da parte di Recalcati nella gestione delle partite.
Flavio, sono daccordo con le analisi proposte, ma non con l’ignavia generale del tuo pensiero. Insomma, sarà una vera e propria croce rossa, ma questa smbulanza impazzita ne ha investiti troppi, bisognerebbe fermarla in qualche modo… e se si tratta di spararci contro, beh, lo faremo. 3 competizioni consecutive immancabilmente “ciccate” sono anni di delusioni e, non ultimo, lo spreco insopportabile dei migliori anni di alcuni nostri talenti. Bargnani avrà le sue responsabilità, e mi pare che le ammetta senza troppi scudi (daltronde, quando dice di avere bisogno di ordini da soldatino, non fa che definire senza mezzi temini i suoi limiti), ma credo che meriti un bell’applauso per le sue parole, intanto per il coraggio dimostrato e per la leadership, che non è ancora stato in grado di mostrare sul campo, e poi perchè smuove le acque di un mare che sembra fin troppo calmo, nonostante la tempesta. La sensazione è che abbia un “Recalcati deve andarsene” che ti vuole evadere dalla bocca, ma che riesca comunque a trattenerlo a stento, preferendo non sbilanciarti.
Piuttosto, come commenti la risposta di Meneghin al Mago?
Io non sono un denigratore di recalcati, anzi credo che i risultati di lulea e Atene non sarebbero state raggiunti con in panchina un messina o un obradovich… inoltre la Francia è un’ottima squadra, da medaglia nelle Competizioni olimpiche, e a parte Bargnani e company gli altri giocatori italiani non sono competitivi a questi livelli.
Ciò detto, se come è vero manca compatibilità fra coach e giocatori, visto che i giocatori sono contati mentre per i coach c’è ampia scelta… incaponirsi con recalcati non mi sembra un ottima mossa
ho visto le partite della nazionale. non posso che essere d’accordo con bargnani, e poi, ho visto le ultime 4/5 partite di daniel hackett alla benetton, un vero leader in campo, e mi domando, perchè in nazionale non ha convinto??
forse per i problemi che solleva andrea?
un coach deve dare delle linee guida, difesa,attacco, il giocatore moderno, specialista oramai, ha la creativita’ dell’ultimo metro, non dell’azione o della partita.
sono perfettamente d’accordo sul fatto che il tinto sia oramai obsoleto con atleti contemporanei.
E forse il problema si amplia a tutto lo staff tecnico organizzativo, abbiamo gli stessi dirigenti ( accompagnatori )di 25 anno fa ( provate a confrontare i nome e vedrete) mentre lo staff tecnico negli anni è via via diminuito il valore intrinseco dei singoli assistenti.
sembra quasi che in nazionale ci vadano gli allenatori che hanno poco mercato …………..
Senza andare troppo indietro negli anni, la grande bologna, treviso poi e ultimamente siena sono sempre partiti nella costruzione prima della societa’ e poi della squadra.
– manca il leader? gallinari sembra averne le caratteristiche e la sua età dovrebbe aiutare….mi chiedo solo se sarà sempre disponibile nel caso in cui dovesse diventare un top nba player.
– bargnani esecutore? se lo dice lui…… però se sei 2,13 con le mani da neurochirurgo e piedi buoni, qualcosina fuori dal seminato te lo si chiede, o no?
– recalcati bollito? può essere, ma tutti sapevamo che tipo di allenatore fosse e come gestisse il materiale in suo possesso: nessuna sorpresa in questo senso.
A parte le solite divisioni (io sto con bragnani, tu con recalcati – io col massaggiatore, tu con il magazziniere) il punto mi sembra un altro: caro charlie, il progetto che abbiamo in mente non ti vede come capo : grazie per i bei momenti, un po’ meno grazie per quelli brutti, ma ora abbiamo una nazionale da mettere in campo nel prossimo decennio.
Riusciranno i nostri eroi federali a fare un discorso così semplice, o si incaramelleranno nelle solite c…ate politiche?
Quando capiranno che più che un allenatore, inteso nel senso esteso del termine, la nazionale ha bisogno di un eccellente “manager delle risorse umane”?
scusa flavio,ma se tu avessi il potere di decidere della sorte del tuo allenatore..e il tuo allenatore gestisce in un certo modo il finale di italia-bulgaria a torino..cosa avresti fatto?
io posso capire il tentativo di spiegare che il basket è faccenda assai più complessa di “recalcati vattene” o “bargnani ha fatto schifo”..
però a tutto ci dovrebbe essere un limite..o no?
Questione stracomplessa davvero,mi permetto d esprimere la mia opinione schematicamente
-recalcati non puo piu allenare questa nazionale,era chiaro prima ora ancora d piu credo.Ha fallito, non e’ un giudizio assoluto ma in questo momento storico non e’ piu quello il suo posto.
-Bargnani,mah.Sinceramente come detto da qualcuno rimangono un po basito da questa sua autodenuncia da mero esecutore.Spero x lui cambi punto di vista e attitudine se davvero e’ questa.X quanto riguarda la leadership evidententemente non basta giocare in nba e firmare contrattoni,su questo non se ne puo fare una colpa per me, e’ come essere mori o biondi o c’e’ o non c’e’ ,non si inventa.Ad esempio per me Gallinari e’ potenzialmente piu leader di Bargs come tipo. Detto questo dperiamo che cmq qualcosa si muova la nazionale cosi e’ davvero triste..
Flavio, ma proprio perchè tu il basket lo conosci bene e ami il basket di sistema, che si tratti di Messina, di Obradovic, di Pianigiani o di Popovic, in un analisi non si può prescindere dall’evidenziare come abbiamo visto una nazionale nella quale non si intravedeva un minimo di logica difensiva e in attacco non si andava oltre delle doppie uscite, che nemmeno nei campionati parrocchiali. Con un tiratore come Belinelli costretto a tirare uno contro tutti, preferibilmente in avvitamento carpiato, e un giocatore come Bargnani, trasformato in un giocatore di post basso.
Quindi non si tratta di evitare contrapposizioni, si tratta di dire che così non si va da nessuna parte, bisogna riniziare da capo, a partite dalla guida tecnica.
Purtroppo ci troviamo ad avere una federazione attenta alla politica e ai giochi di potere, che rinnova il contratto ad un tecnico che non azzecca un torneo da una vita, aumentandogli anche l’ingaggio!
E un presidente federale che, invece di affrontare la questione e i problemi, invita il Mago a vincere quanto Kobe, prima di poter parlare..
Allegria
Bargnani o non Bargnani si gioca SEMPRE in maniera pessima, sia quando lui è fuori dal campo in panchina che l’ anno scorso quando non c’ era proprio…
Vedere giocare questi ragazzi in questa maniera è da brividi… sia in difesa dove mancano sempre le giuste rotazioni che in attacco dove si giocano due soluzioni e poi si improvvisa… e quest’ ultima soluzione non può portare secondo me da nessuna parte in Europa, figuriamoci nel mondo…
Non penso in oltre che i tempi di preparazione debbano essere un problema enorme visto che anche le altre nazionali hanno + o – gli stessi tempi…
Ovviamente è necessario ripartire con un progetto valido… incominciando non solo dall’ allenatore ma anche e soprattutto da + in alto…
ultima cosa: chi mi ha deluso di + è stato Meneghin con le sue mosse e le sue dichiarazioni.
ciao Flavio…
volevo far notare, che come hai scritto tu, il nostro coach ha fallito le ultime tre manifestazioni…ora, in qualsiasi sport di squadra, un allenatore che ottieni questi risultati viene accompagnato gentilmente alla porta…detto questo, un paragone con il ciclo 2003-2004 mi sembra improponibile… si è vero quest’anno avevamo 2 giocatori NBA ( ma come si è visto è come se ne fosse venuto soltanto uno), ma il ciclo che ha vinto l’argento olimpico aveva giocatori come Pozzecco, Basile, Marconato, Galanda, ecc.., ovvero gente comunque di talento e abituata a giocare ad un certo livello europeo, e con anche esperienza di finali giocate…con tutto il rispetto io nn credo si possano paragonare quei giocatori con i pur generosi Poeta, Cusin, ecc.. Per quel ke riguarda Bargnani, più che dare spiegazioni sul rapporto con l’allenatore, perchè nn da anche spiegazioni sul suo approccio mentale agli impegni???prima ke essere un pesce fuor d’acqua sembrava proprio nn avere nessuna voglia e nessun interesse nel farsi coinvolgere e nel trascinare gli altri, cosa ke ci si aspetta da uno ke guadagnerà 50 milioni nei prox 5 anni…voglia ke invece almeno Belinelli ha messo, ma lui nn può tirare tutto ciò ke gli capita x le mani…e qui torniamo al discorso Recalcati…
Come avevo già scritto Recalcati ha fatto peggio di Mitchell con Bargnani. Nn lo ha mai reso il leader della squadra, delle volte arrivando a prefererigli giocatori da A2 (Amoroso?Cusin??), Mitchell faceva giocare Kris Humpries…
Ci sono allenatori e GM che farebbero carte false per avere Bargnani (Messina,Nelson,Frank,Larry Bird…) finora ha incontrato solo quelli sbagliati.
Recalcati doveva essere licenziato da 4-5 anni, ma alla federazione ci sono i suoi amici, vedi dichiarazione di Meneghin.
Il problema, secondo me, sta a monte.
Questo veder sempre e cmq Meneghin difendere il CT va oltre la comprensione del lato tecnico della cosa e lascia molti (troppi?) spiragli a chi vuol pensare ad una loggia di potere.
Sgombrare il campo da alibi generati dalla presenza di Recalcati sarebbe condivisibile ed auspicabile, anche per una necessità di chiarezza, ad un caspita di “perchè” la barca va negli scogli e nessuno muove un dito.
Bargnani non ha detto niente di sbagliato. Ha fatto autocritica per quello che sembra un suo limite (difficilmente risolvibile) però ha anche ammesso che la nostra squadra non ha un gioco corale e non può esprimersi al meglio… questo, dirà Flavio, è sempre stato così anche quando vincevamo medaglie (c’erano il Baso e Gek che tiravano le bombe in effetti). E’ vero, ma non ritieni che il buon Carlo abbia fatto il suo tempo dopo quasi 10 anni consecutivi alla guida azzurra?!? Dove sta scritto che ogni anno gli va rinnovato il contratto? E che contratto!!! 🙁
Dico anch’io la mia, cercando di essere più obiettivo ed essenziale possibile. Dato che la frattura sembra insanabile e che qualcosa si deve pur fare, soprattutto per evitare le brutte figure di quest’ultimo anno e mezzo, vedo poche soluzioni. Una può essere il non convocare più il talento esecutore del Mago o lo stesso Beli, magari affidandosi ad una squadra di onesti lavoratori con un solo uomo al comando ( Mancinelli o Gallo se starà bene). Un’altra è quella di cambiare guida tecnica, magari affidandosi ad un coach con attributi tecnici più elevati, magari pensando ad un progetto più a lungo termine. Sinceramente alternative non ne vedo. Inoltre la scelta di un coach più preparato l’avevamo sotto il naso e ci è sfuggita quando Messina ha ricevuto un no, quando si è proposto a Meneghin… La situazione più semplice sarebbe la prima che ho indicato, la più appagante, ma anche la meno fattibile e più dispendiosa, sarebbe la seconda. La paura è quella che continueranno a tirare a campare, come in questi anni, senza scegliere, senza impegnarsi, rovinando un ciclo di giocatori di basket davvero validi….
Flavio, ma una volta tanto, prendere una posizione decisa??
Anche i sassi vedono che la ns squadra gioca il peggior basket di sempre, e diciamole ste cose, diamo le colpe di andrea ad andrea, ma diciamo quello che tutti sanno e vedono su recalcati.
beh, se dovessi dire di essere sorpreso di questo msg direi una bugia … la tecnica dialettica è facile, se nn prendi posizione sei un vigliacco …. ma capisco che è un’opinione genuina e per certi versi abbondantemente condivisibile …. è solo che il basket è un po’ più complesso che non dire che la squadra era impreparata e che bargnani ha fatto schifo … il che è a sua volta verissimo, ma va spiegato e contestualizzato, anche se costa fatica e scarsa comprensione da chi vuole solo dei colpevoli … almeno, io la vedo così, ma mi rendo conto di essere in minoranza … cmq se mi conoscessi almeno quella citazione manzoniana la cancelleresti, fidati
bah…
Maestro un’analisi perfetta come le si addice, ma anche abbastanza democristiana.
vedi sopra, grazie cmq
Ciao Flavio, assolutamente d’accordo su tutta la linea, avrei dato forse più peso al fatto che il dissidio tecnico è molto ampio. Bargnani è quello che fa sicuramente più rumore, ma subito dopo la gara di Pau, anche altri hanno avuto uscite in tema. Vedo una strategia del gruppo Italia abbastanza chiaro in vista del consiglio federale. I giocatori vogliono un cambio di rotta. Poi dici giustamente che una nazionale, oggi, non si può gestire come veniva fatto 10 anni fa, i tempi sono cambiati. Il problema forse è: la federazione e i suoi interpreti sono cambiati in questi anni?
complimenti Flavio per la disamina come sempre chiara e “centrata”.quello che nn riesco a comprendere io è come si abbia un talento come bargnani che ha bisogno di giocare in un certo modo e con certe regole e lo si lascia inutillizato,per dopo lamentarsi di lui(pure mitchell a toronto lo faceva) .ho visto quasi tutte le partite della nazionale,pure le amichevoli,e nn sono mai riuscito a vedere un pick and pop per il mago.mai.di chi è la “colpa”?del mago che non chiede palla e non ha “fantasia” o di chi nn disegna uno schema cosi?e che si vuole da lui?rimbalzi e difesa?se si sono guardati,anche di sfuggita,i 3 anni del mago a toronto si è visto che caratterialmente non è un Garnett…Indi,sempre secondo me,che sono solo un appassionato e basta,o il mago lo si convoca e lo si “sfrutta” per il talento che ha(che è cristallino) oppure lo si lascia a casa,perche rischia di diventare deleterio.
ma secondo te Flavio,la soluzione Pianigiani è fattibile?
scusate lo sfogo ma vedere certe squadre all’europeo con noi fuori mi mette un’angoscia…
Sono d’accordo sul fatto che il problema è generale, “politico”, di un sistema che non ha molte certezze sulle regole (vedi i casi di retrocessioni, sparizioni, apparizioni e quant’altro), troppo emotivo – anche certi peana della stampa nel pre-spagna 2007 per es. non giovarono imho – ecc.
Con il massimo rispetto per tutti, mi pare però indubitabile che la frattura caratteriale/tecnica della guida tecnica sia non solo con Bargnani, ma con buona parte dei “giovani”. Mi pare che non si possa fare giocare in modo “libero” (mi si passi la semplificazione con l’accetta) un certo tipo di gruppo, cui manca la gerarchia, l’autoconsapevolezza, la coesione tecnica-caratteriale e la voglia di difendere del gruppo precedente (Lulea-Atene, per capirsi). Il carattere del leader qui chi ce l’ha (Vitali (?) che ne ha “troppo” forse, Mordente, Soragna?) non è leader tecnico o è in fase calante, chi ha il talento ha meno leadership. L’ago della bilancia, il quadratore del cerchio sarebbe ovviamente il Gallo, ma non può dipendere tutto da lui e dalla sua schiena.
Ergo, con questo gruppo di giocatori (e questi sono, non si scappa) è necessario un coach bastonatore-direttivo. Il Charlie non lo è e certo (giustamente) non cambia ora.
E però, proprio perché non è tennis, dalla conduzione tecnica bisogna ripartire. Ma, tornando all’inizio, dev’esserci un PROGETTO chiaro e complessivo. Ci si riuscirà?
(ps: comunque dubito che Meneghin rinuncerà a Recalcati.)
A me sembra una discussione senza una gran storia…Nel senso che è ovvio che la nazionale non può e soprattutto non deve mettere in dubbio Bargnani, così come la Francia non mette in dubbio Parker, la Germania Nowitzki e la Spagna Gasol.
Poi possiamo condire la discussione come preferiamo, ma essendo la nazionale non possiamo vendere o scambiare giocatori e l’unica leva per dare una svolta è cambiare allenatore, magari pescando all’estero se gli italiani non rispondono.
Quanto detto da Bargnani è quanto aveva anticipato Flavio nella sua analisi del momento azzurro dopo la sconfitta di Pau. Credo semplicemente che la questione possa ricondursi ad una parola: “chimica”. Una chimica di squadra (allenatore + giocatori) che non c’è mai stata secondo me non per colpe specifiche. Quando si parla di Recalcati si parla di un SIGNOR ALLENATORE (leggasi CV), ma come ogni allenatore ha le sue metodologie di allenamento e gestione del gruppo che hanno trovato grandi risposte nel ciclo 2003/2004 (forse una squadra più matura?) e che invece non hanno prodotto risultati con questo (squadra giovane, di talento ma con poche vere certezze). In conclusione si può (deve) cambiare guida tecnica senza che questo sia una tragedia ma semplicemente perchè non esiste IL MIGLIORE, ma l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto!
la diplomazia non è il mio forte caro Flavio…….Recalcati sono 5 manifestazioni consecutive che fallisce
Non viene mandato via perchè non ci sono valide alternative….e perchè ai grandi allenatori italiani che ci sono in giro non viene proposto uno straccio di progetto serio!!!
Bargnani si è presentato al raduno in condizioni fisiche pessime….l’anno scorso non è nemmeno venuto perchè doveva allenarsi con i suoi toronto raptors……
Dopo le sue parole vorrei che i giornalisti la smettessero di dipingerlo come il leader della nostra nazionale…grazie!!
ciao a tutti!!!
mah.
io resto un po’ così dall’affermazione che lui non inventa, esegue.
Ma a parte tutto, non è quello che differenzia un campione da un semplice buon giocatore? Cioè, con questa affermazione sembra dire apertamente, non consideratemi mai la prima stella, sarò sempre e solo un comprimario… Sto esagerando, ma il più grande esecutore della storia, john stockton, aveva i due minuti che facevano vincere le partite, per questo era un campione e non solo per i 15000 o quanti sono assist.
Mah, secondo me oltre alla questione tecnica, sarà proprio il carattere a non farlo diventare una star nba….
D’accordissimo come al solito Flavio, solo un paio di punti aggiuntivi, uno per parte, che secondo me vanno tenuti in considerazione:
-Oltre ai problemi tecnici/caratteriali che il Mago può avere avuto, nell’analisi della sue prestazioni non trascurerei la condizione fisica, che a mio avviso era parecchio parecchio approssimativa: l’attaccamento alla nazionale e le buone intenzioni secondo me si dimostrano anche da quello, e in questo Recalcati ovviamente non ha colpe;
-Senza stilare classifiche, credo che i migliori allenatori d’Europa al momento appartengano più alla categoria degli “esecutori” (Messina e Pianigiani per citarne qualcuno) che di quelli che prediligono gruppo,semplicità e libera iniziativa come Recalcati…questo a mio avviso perchè il basket è molto diverso da quello che era 10 anni fa: secondo me nella scelta del prossimo allenatore si dovrebbe cercare di muoversi in quella direzione, anche se certamente con pochi allenamenti è forse più difficile per un allenatore di quel tipo..