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De Sabatini

«Devo chiedere scusa a tutti miei tesserati perché non riesco a tutelarli come vorrei. Ho grande rispetto per il sistema, e anche tanta pazienza, ma ne vorrei anche io di rispetto per gli sforzi che stiamo facendo per cercare di andare in Eurolega. Anche in maniera non sensata, forse, ma dobbiamo dare un senso alle cose che forse non hanno un senso: non voglio sapere se il fallo su Boykins era arrivato prima dello scadere del tempo, ma dopo quello che è successo ultimamente un sistema valido avrebbe detto che l’azione era comunque buona». «Durante la finale di Coppa Italia c’è stato il presidente Fip che mi ha criticato per aver scelto Koponen. E tutto questo non è rispetto per le cose che stiamo facendo, o per gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Mi sta bene che Boniciolli la voglia mettere sul piano tecnico, ma io chiedo altro: ho portato pazienza, ma non ne posso avere per sempre e mi devo moderare, per rispetto della nostra storia e per quello che stiamo facendo. Non mi dispiace tanto per i due punti, sentivo che non sarebbero arrivati, ma per tutto il resto. Io devo essere sincero: un sistema come quello di Siena è giusto che sia tutelato, per quello che sta facendo in Europa, anche perché sono migliori di noi in tutto e noi abbiamo ancora strada da fare per arrivare al loro livello, e al tempo stesso ci sono squadre con budget superiori che ridono poco. Però, stasera non ce n’era bisogno: gli arbitri possono sbagliare, ma perché sempre contro di noi? Almeno giochiamo in campo neutro, visto che succede sempre qui».

Queste le dichiarazioni di Claudio Sabatini dopo la gara. Sono pacate, e la cosa è importantissima. Nel merito condivido alcune cose ed altre meno. Non condivido la pacata e rispettabile opinione di Dino Meneghin su Koponen, e quindi condivido il non condividerla di Sabatini. Comprendo e solidarizzo lo stato d’animo di chi è stato danneggiato da un errore arbitrale (che non spiega la sconfitta ma rimane indelebile). NON sono invece per nulla d’accordo col concetto di tutela. L’operazione di dire “c’è la tutela ma è giusto così” mi sembra sbagliata concettualmente, se posso pacatamente dirlo. Se c’è tutela, io non ci sto. Non voglio tutela per chicchessia, il più bravo o il più sfigato, il più ricco o il più povero, il più meritevole od il meno meritevole. Lo sport deve essere ‘a livella di principesca (De Curtis) memoria. Niente tutela e rispetto, o meglio niente più di quelle che sono dovute a chiunque scenda in campo, miliardario o giovane di serie, ex NBA od ex CSI, emulo di Doctor J o sosia di Scaccabarozzi. Soprattutto, mi si permetta pacatamente di inorridire, niente eventuali errori dolosi per “pareggiarne” altri fatti in precedenza. Mai, per nessun motivo. Two wrongs don’t make a right dicono di là, e mi sembra che abbiano ragione. Ripeto, solidarizzo e molto con Sabatini, quando spendi e ti impegni è difficile accettare serenamente degli errori gravi come quello di Mattioli. Ma se uno, come il patron Virtus, è così bravo da essere sereno e smorzare i toni mi aspetto che faccia anche lo sforzo di non cadere nel tranello di dire, senza dirlo espressamente, “dai, rimettiamo a posto le cose, una mano lava l’altra”. Se, e sottolineo se, Siena ha dei favori, voglio sperare che le altre non si battano per avere quei favori al posto di Siena ma perché di favori non se ne facciano più. Ripeto, per me si tratta di errori, figli di un mix complesso che ha anche una base psicologica, e non di favori. E riguardano anche ma non solo Siena. Il principio però deve essere chiaro: sapendo che non ci si arriverà mai, bisogna puntare col lavoro tecnico a eliminare gli errori. Dove invece si può arrivare è ad un mondo senza tutele e senza risarcimenti ufficiosi. E lo ridico, mi spiace essere in disaccordo con una parte sportivamente lesa, ma i princìpi sono princìpi.

Poi c’è la vicenda della squalifica, così riassunta dal comunicato FIP.

LA FORTEZZA BOLOGNA. Squalifica del campo di gioco per 2 gare perché un individuo non tesserato – ma ben individuato e legato alla Società ospitante – a fine gara, di fronte allo spogliatoio degli arbitri, dopo aver colpito più volte la porta aggrediva con gravi minacce la terna arbitrale con frasi del tipo “io di qui non esco. A costo di uscire dal basket, sono stanco di passare per coglione. Uno che ha provato a farmi fesso, è uscito per andare al supermercato ed ha trovato la casa distrutta dal caterpillar” e facendo riferimento anche ad iniziative pregresse che, fomentando il pubblico, hanno provocato invasioni di campo di più persone, anche in quel caso sanzionate con la squalifica del campo di gioco “In campo sono stato bravo ma ai prossimi tre arbitri che verranno qui non garantisco l’incolumità. State tranquilli che la prossima volta organizzo un altro “Maraglio Day” e i vostri tre colleghi se la vedranno brutta”.

Anche qui, niente moralismo e niente giudizi sommari. Impossibile intanto non notare che raramente un comunicato ufficiale contiene riferimenti così precisi alle parole utilizzate per offendere o minacciare. Vado a pescare dall’archivio assolutamente a caso:

MICHELE MAGGIOLI (Gioc. FILENI JESI) deplorazione per comportamento irriguardoso nei confronti degli arbitri a fine gara.
GIORGIO BUZZAVO (Pres. BENETTON TREVISO) – Deplorazione per aver protestato in modo plateale avverso decisioni arbitrali. Tenuto conto dell’aggravante relativa alla carica di Presidente di società rivestita.
JACOPO VALENTINI (Gioc. AGET SERVICE IMOLA) squalifica per 1 gara, sostituita con ammenda di Euro 2000,00, per comportamento minaccioso nei confronti di un avversario a seguito del quale veniva espulso durante la gara.
JASON ROWE (Gioc. BANCO SARDEGNA SASSARI) squalifica per 1 gara,sostituita con ammenda di Euro 2.000,00, per comportamento minaccioso nei confronti di un avversario a seguito del quale veniva espulso durante la gara.

Certo non è il punto centrale della questione, ma sarebbe meglio sapere se si vuole dare pubblicità sempre al contenuto dei referti. Altrimenti non la si dia mai. Di quello che Sabatini ha detto risponde a sé stesso ed alla FIP, stop. La sua attività in questi anni è stata contraddistinta da un serio e tangibile impegno per trasmettere un clima sereno. Queste parole se vere (non abbiamo motivo di dubitarne ma non le abbiamo sentite con le nostre orecchie) vanno certamente in un’altra direzione. Come detto, Sabatini ne risponde nelle sedi del caso. Il balletto tra “tesserato” e “non tesserato” (che qualche tempo fa portò alla non perseguibilità di Zoran Savic per dichiarazioni alla stampa) se capisco bene stavolta “costa” alla Virtus il fatto che iol suo patron, non tesserato, venga equiparato ad un qualsiasi tifoso. La conseguenza è la squalifica del campo (interpreto ma non penso di andarci troppo lontano). In un mondo che vuole evolversi, si cambierebbe completamente il sistema di “giustizia sportiva”, non atto a giudicare un mondo complesso e ricco di legittimi interessi economici che vanno equamente protetti. Ma questo mondo non sembra volersi evolvere. Anzi, non vuole evolversi. Claudio Sabatini, con tutti i suoi umani limiti, è una delle speranze che invece si vada in questa direzione. Si lamenti dell’arbitraggio e della decisione del Giudice. Discuta anche con toni forti con chi ha tesi diverse dalle sue, in primis se ritiene il sottoscritto. Poi però pensi a come andare in una direzione dove solo lui e pochi altri possono portarci, perché di vivere nel secolo scorso ci saremmo anche stufati.

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