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Chi ha ragione ?

Provo a buttare giù altre due considerazioni sul cosiddetto caso Bargnani-Recalcati. Spinto in parte da alcune critiche e soprattutto dalla necessità di fissare qualche altro punto di questa vicenda. La critica è, se capisco bene, che dire “occhio, tutto è relativo e complesso”  altro non è che un modo per dribblare le scomode domande che sono oggi sulla bocca di tutti. Invece di fare questa filosofia spicciola, mi sembra sia la sostanza, perché non hai il coraggio di dire che Recalcati è bollito e/o Bargnani è una figa fredda ? Almeno una di queste due cose, vivaddio, DEVE essere veraEcco, forse questo è un mio problema. Ma di fronte alla scelte obbligate tendo a scappare, a rifiutare l’ostacolo. Credo e spero di farlo dopo un’analisi ma non posso esserne sicuro. Forse è vigliaccheria, forse una posa. Posso solo assicurare che il problema me lo pongo seriamente, anche se l’auto-indulgenza è sempre dietro l’angolo. Ma in questo caso rimango sostanzialmente della mia idea originale, ed ora provo a (ri)spiegare perché, con qualche integrazione

Se volete a tutti i costi una scelta sulla libertà o meno di Barabba, non mi costa molto dire che il Recalcati ed il Bargnani di Pau sono licenziabili per giusta causa. Costa poco, anzi è gratis. Ed è pure difendibilissima come asserzione, per quello che si è visto uno ha allenato male e l’altro ha giocato peggio (o viceversa, cambia poco).

Solo che l’asserzione è incompleta, decontestualizzata e relativa alla parte (limitata) che noi vediamo dall’esterno. E in special modo a due partite, aggiungiamoci Cagliari, giocate ad agosto tra una squadra senza vissuto comune ed una che per lunghi anni ha preso a calci con accanimento un talento fuori dal comune e dal mondo. Prenderle come riferimento assoluto e giudizio divino non si può.

Figuriamoci, dico io, se si possono prendere a riferimento per una campagna pro o contro Tizio o Caio. Soprattutto quando Tizio e Caio sono comunque professionisti di alto livello come in questo caso. Permettemi, non dico l’Italia delle prime due gare di Lulea (col meno 33 contro la Francia che prendeva a calci il suo talento) ma quella della prima fase olimpica giocava male, ma male davvero. Con lo stesso allenatore che in quelle manifestazioni ha battuto Parker con Lamma (non è vero, ma è affascinante) e che ha fermato Arroyo e Jasikevicius, imprendibili per il Dream Team.

Il che non vale all’allenatore un’esenzione sine die dalle critiche, ci mancherebbe. Da fuori si notano, rispetto al passato, una diversa e minore consistenza dello staff, una certa incapacità di rinnovarsi, un bagaglio limitato a livello di preparazione della partita. Tutti fattori indubbi, presenti non da oggi nel repertorio di un allenatore che ha vinto tre scudetti con tre squadre diverse. Se vi ricordate bene, a Varese lo criticavano per questo, e non parlo di media o tifosi. Volete che vi dica che quelle critiche avevano un fondamento ? Ma certo che ve lo dico, nessun problema.

Ma se poi vinci lo scudetto (3-0 alla Benetton di Obradovic) significa che qualcosa alla tua squadra hai dato. Se non mi pongo questo problema sono superficiale, come se dicessi che queste vittorie da sole significano perfezione eterna. Certo, una squadra con veterani, con forte leadership, anche con fortissime tensioni interne (come quella) è più adatta a raggiungere un risultato con questo tipo di guida tecnica. Recalcati ha vinto il primo scudetto di Siena e Fortitudo, trasformando quelle critiche in benzina, in forza. Usandole per creare quella che in USA si chiama “bunker mentality”. Ma si trattava di gruppi con un certo chilometraggio, più congeniali a lui a livello generazionale.

La instabile e giovane nazionale di questi anni non ha nulla di quella che si era formata con le delusioni di Sydney ed Antalya, dove l’allenatore era lo stesso della benedetta notte di Parigi. E quello che ci ha portato al meraviglioso argento di Barcellona non può sentire o leggere il nome Karlsruhe senza avvertire una fitta al cuore. Allora un coach vale l’altro ? No, mai e poi mai. Ma in competizioni per nazionali il “click” tra coach e squadra può non nascere, indipendentemente dalla bontà dell’allenatore in questione e dalla volontà dei giocatori.

Volete che vi dica che tra Recalcati e questo gruppo non nascerà ? Posso anche dirvelo, da fuori a oggi sembra così se due indizi fanno una prova. Ma anche qui bisogna elaborare. Il più veterano dei giocatori italiani si chiama Danilo Gallinari ed in azzurro l’abbiamo visto solo quando non si giocava per le varie argenterie. Ecco per esempio un giocatore che non avrebbe quei problemi specifici di “mancanza di linea” denunciati da Bargnani, uno che si trova a meraviglia con uno piuttosto convinto che si può vincere con un approccio di un certo tipo, per certi versi recalcatiano (absit iniuria verbis per tutti e due). Poi con Nash e Basile va meglio che con Nate Robinson e Giachetti, anche qui assolutamente absit iniuria verbis.

Allora abbasso il Mago e viva Gallo che ci ridà il Charly vincente ? Nossignori, sorry di deludervi e di sembrare codardo one more time. Un minuto e 32 secondi di parole (chiare anzi chiarissime) si prestano a varie interpretazioni. Secondo me una possibile è che ad Andrea questo giochino interessa più di quel che pensiamo noi da fuori. Un’altra è che interrogato su quel disastro indifendibile abbia trovato una sua spiegazione. Che non va sposata o rigettata in toto ma presa come uno spunto interessante.

Non chiedetemi di criticare chi dice (o fa capire) ai media quel che pensa, sarebbe un po’ stonato rispetto al lavoro che faccio. Cavalcare però l’ “attacco” (che non ritengo tale) di Recalcati a Bargnani del 15 agosto e/o quello a parti invertite e virgolette ripetute del mese dopo, è troppo comodo e semplicistico. Personalmente solidarizzo con tutti e due, presi in mezzo tra le rispettive convinzioni e le opportunità. Ma naturalmente delle cose sono state dette per libera scelta, senza manipolazioni. Ed esprimono un sicuro malessere (peraltro evidentissimo dal campo). O se non è un malessere è una divergenza di opinioni, una distanza marcata.

Che ora è ancor più nota di prima (posto che chi non l’aveva notata o non ne era sia pure per sommi capi a conoscenza era su qualche pianeta lontano nelle estati 2007 e 2009). La mia posizione pratica è che non conta chi ha ragione. Conta l’opinione di chi ha la responsabilità per valutare se questa distanza sia riducibile o meno. Anche perché questo soggetto, che si chiami Meneghin o Consiglio federale, ha anche accesso a fascicoli che vanno ben oltre le partite giocate e le pur indicative dichiarazioni ufficiali. L’opinione di questo soggetto si forma su elementi ben più probanti dei nostri. E se io fossi in questo soggetto non mi sentirei mai di dover fare una scelta tra Recalcati e Bargnani, ma solo ed unicamente una valutazione sugli assetti complessivi futuri di una squadra che ha evidenti problemi in campo ed attorno allo stesso. Ammetterli è il primo passo per risolverli, fare il gioco della torre il metodo sicuro per il fallimento.

Prima delle conclusioni, qualche altra perla filosofica. A: non esiste una dicotomia tra gioco libero e gioco organizzato. O meglio non è nel numero dei giochi o delle chiamate che si può ravvisare questa dicotomia. Ci sono squadre con due giochi organizzate in maniera fantastica e squadre con 80 giochi senza uno straccio di organizzazione. E’ questione di concetti, non di numero di segnali. E’ questione di avere una filosofia in cui i giocatori credono, una mediazione ragionata tra le loro propensioni e le convinzioni dell’allenatore. Di concetti in queste tre stagioni se ne sono onestamente visti pochi e ripetitivi, ma il problema non è ampliarne la quantità bensì farli sedimentare nel vissuto dei giocatori. Ci sono squadre che di giochi ne hanno tantissimi e vanno ancor più in confusione se è per quello (per informazioni chiedere di Nelson Don a Belinelli Marco, SG in Persiceto).

Una debolezza, ammessa, di Bargnani è nel non eccellere nelle uscite dallo spartito. Una di Recalcati è nel dipendere troppo da quelle uscite. Due debolezze che non si sposano, un problema tecnico (come con Mitchell …). Non una guerra di religione. Se ne potrebbe anche parlare, se solo non dovesse essere implicito che alla fine deve esserci un vincitore in azzurro ed uno sconfitto in croce. Ma la decisione tocca a chi ne ha la responsabilità.

B: chiaramente nessun giocatore può interamente imputare il suo fallimento ad un allenatore. Idem dicasi per il viceversa. Ed è per questo che dico che dover dare ragione a uno dei due significa negare che il problema è più vasto e più complesso perchè riguarda un gioco di squadra nel senso più pieno del termine. Ma di certo tenere sotto traccia queste dinamiche non aiuta, per cui si potrebbe vedere la parte piena del bicchiere e sfruttare il risalto mediatico per arrivare ad un confronto franco. Davanti o lontano da microfoni e taccuini è scelta per uomini vaccinati.

Finalino: se qualcuno è arrivato fino a qui complimenti, io mi sono perso. Eppure ci sono tante cose che ancora mi sembra di non aver detto. Tra queste non c’è il “chi ha ragione”. E non per codardia ….

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53 Comments

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  22. massimo massimo

    Il metodo “Bargnani” è quantomeno discutibile. Avesse dato un contributo significativo potrebbe, forse, esprimersi come ha fatto. Avendo steccato non può dare la colpa al direttore d’orchestra.
    Mi pare poco serio.
    Il problema è che Recalcati ha presentato una squadra non all’altezza, senza testa, affidata alle iniziative di singoli che non hanno la capacità di caricarsi in spalla la squadra nei momenti di difficoltà. Giocare i palloni importanti 1 conto 5 lo possono fare in pochi, certo non Belinelli e Bargnani.
    Tuttavia la scelta mi pare obbligata. Non credo che lo “strappo” sia in alcun modo ricucibile e nessuno di buon senso potrebbe ipotizzare di lasciare a casa i pochi giocatori validi (lo sarebbero ancora di più se si assumessero le loro responsabilità) per salvare l’allenatore.
    Bargnani ne abbiamo uno. Allenatori in grado di fare meglio di quanto è stato fatto, molti.

  23. Giorgio Giorgio

    Caro Flavio, cari tutti,

    gli argomenti per uscire dal recinto del “cerchiobottismo” (bonariamene detto :-)) a mio parere ci sono tutti ed hanno un buon fondamento razionale.

    In Italia c’è un annoso problema di scarsità di giocatori, e questo è ben noto alle cronache. Questi 10-15 giocatori che ruotano intorno al gruppo del Additional Round sono, bene o male, quelli che costituiranno il “core” della nazionale italiana per i prossimi 10 anni.

    Conosciamo le loro caratteristiche fisiche, tecniche e mentali: sono (mediamente) giovani, in maggioranza non capaci di improvvisare fuori dallo spartito (con l’eccezione forse di Vitali), non hanno la “cazzimma” agonistica dei Basile, Pozzecco, Galanda che gli anno preceduti (anche se, sul piano della personalità, qualcosina ci si puo’ aspettare da gente come lo stesso Vitali ed Hackett), ma hanno in alcuni elementi caratteristiche fisiche (Gigli, Crosariol, Datome) e tecniche (Bargnani, Gallinari e Belinelli) assolutamente di primo livello vis à vis i pari ruolo ed età europei.

    Al contrario, l’assioma della scarsità non vale per (alcuni) nostri allenatori, che sono ormai universalmente apprezzati in Europa e anche in NBA. Vogliamo un allenatore che sia un mago a far crescere i giovani (Tanjevic) ? Oppure uno che faccia di organizzazione e difesa la Bibbia del gioco dei nostri (Messina) ? Vogliamo un genio della tattica (Lardo) ? Ne cerchiamo uno esperto e carismatico (Scariolo) ? Oppure un giovane emergente (Pianegiani) ?

    Lo scenario attuale delle risorse sul quale il basket italiano può contare è chiaro. I fatti sono testardi, abbiamo grande cultura vincente, sia in termini di tattica che tecnica, fra i nosti allenatori, non tanto possiamo vantare sul parco giocatori. Ma il gruppo attuale della nazionale è a dir poco intrigante, se non altro per il potenziale immenso che questi ragazzi nascondono.

    L’analisi dei fatti dice quindi che per sfruttare questo potenziale, nel breve-medio periodo, occorre fare una scelta chiara sulla guida tecnica, e questo necessariamente significa sostituire Recalcati. Facciamolo in modo di riconoscergli gli onori e i meriti, con signorilità e gratitudine per tutto quello che ha fatto per la causa azzurra. Ma è arrivato proprio il momento di cambiare, visto che ne abbiamo tutte le risorse e le opportunità…

  24. Andrea Andrea

    Ho appena letto il commento di Massiom.. condivido anche quanto da lui detto. Via Recalcati, punto.

  25. Grande Giacomo! Condivido in pieno quanto da te scritto, quoto al 100%!
    D’accordissimo con te. 🙂

  26. Massiom Massiom

    Caro Flavio,

    perdonami, vedo che prosegui con il cerchiobottismo. Mettiamola così: Recalcati ha in mano questo gruppo, bene o male, da almeno due anni. Intendo un gruppo con pregi e difetti ben chiari: ha due giocatori ad un livello potenziale altissimo, ma contemporaneamente caratterialmente troppo deboli per essere veri leader; non disponde di un vero play con la sufficiente esperienza, e nemmeno di un centro “vecchia maniera”; ha un evidente problema di amalgama generazionale fra trentenni vicini alla bollitura e ventenni (o poco più) inesperti.
    Bene, penso che siamo d’accordo nel dire che in questi due anni Recalcati non ha minimamente capito come gestire e far fruttare questo gruppo. E’ andato avanti con le sue solite armi: attacchi semplici, difesa aggressiva, e tanto affidamento sulla trance agonistica nei momenti caldi. Solo che questo già stava cominciando a non funzionare più con il gruppo che ne ha tratto maggiore vantaggio, quello dei Basile e dei Galanda; applicarlo alla nazionale attuale è una stupidaggine.

    Tutto qui, non penso ci sia bisogno di dire altro. Non ci interessa dire se Recalcati sia un buon o un cattivo allenatore; è sufficiente riconoscere che Recalcati non è un allenatore in grado di gestire il gruppo attuale, e purtroppo non ne abbiamo un’altro a disposizione.
    Certamente la questione non si riduce a un Recalcati vs. Bargnani; ed è vero che se uno ha allenato male, l’altro ha giocato peggio. La differenza è che Recalcati continuerà ad allenare male questa nazionale, che ci sia o non ci sia Bargnani; mentre quest’ultimo potrebbe anche rendere in maniera più decente con un altro coach in panchina.

  27. D’accordo con Flavio: è sempre tutto più complicato di quello che sembra.

    Vogliamo continuare a…perdere facile? Allora diamo la colpa solo a uno dei due contendenti e amen.

    Mi auguro non sia così.

  28. andrea i.v. andrea i.v.

    Radich… la domanda dovrebbe essere un’altra:

    perchè, di base, Meneghin?
    perchè il ns sport non ha saputo (voluto?) creare un’alternativa valida al Monumento?
    perchè è stato presentato (cfr. Gazzetta dello Sport) come il Salvatore della Patria a prescindere?

    (e qui parte la canzone “c’è tutto un mondo intorno…”)

    scusate il “fuori tema”.

  29. Radich Radich

    Flavio, è giustissimo quello che dici, ma credo che le persone che ti chiedono di “fare una scelta” non penso lo domandino al Tranquillo giornalista, ma al Tranquillo tifoso di questo sport tutto qui…
    è ovvio che non è detto che sia possibile scindere le due cose, però dico questo giusto per chiarire…

    in ogni caso aggiungo un’ ultima cosa… qualche giornalista avrebbe tutto il diritto di criticare le mosse e soprattutto le uscite di Meneghin…

  30. drazen drazen

    la soluzione è chiara: flavio presidente della fip (o il sottoscriitto, in alternativa… :)!
    tra l’altro segnalo un’interessante intervista di gherardini sul sito eurobasket2009, con una domandina: ma un manager del genere (logistica permettendo) non potrebbe dare una mano alla nostra nazionale, invece che a quella canadese (peraltro qualificata al mondiale senza wild card…)?

  31. From 0 to hero From 0 to hero

    Analisi di rara profondità. Condivido in toto e mi permetto di rispondere al quesito del titolo: Chi ha ragione? Nessuno dei 2 e, in egual misura, entrambi. E benedetto sia il rasoio di Occam. Opinioni diverse come è ovvio che sia, anche se la sincerità di Bargnani lascia intendere che come giustamente dici, del Basket gliene freghi molto più di quello che la gente pensi. Premesso che la testa avrà SEMPRE la prevalenza sul talento (McGrady docet), che mi lascia allibito è la risposta di Meneghin. La domanda è semplice: Se un dipendente (Recalcati) non ha empatia con i suoi sottoposti (giocatori) chi, se non il capo (federazione), ha il potere di “metterli in riga”? Meneghin ha un compito che rasenta l’impossibile perchè la situazione è veramente critica. Non vedo comunque come si possa risolvere con uscite del genere. Grazie e arrivederci al prossimo articolo

  32. Giancarlo Giancarlo

    Ho letto tutto e probabilmente mi sono perso qualcosa ma per deformazione mentale e per abitudine lavorativa mi trovo sempre a fare scelte nette, e questa situazione mi piace. Ergo, caro Flavio: tu terresti Charly come coach della nazionale? Si o no?

    • Flavio Flavio

      con quali giocatori ? quale progetto ? quali alternative ? il giornalista critica le cose, non dà consigli per acquisti e dismissioni … almeno, io la vedo così … la squadra ha fallito, pesantemente …. quello che vedo dall’esterno l’ho detto … anche io se fossi il presidente FIP avrei una scelta netta da fare e la farei, motivandola … ma nn lo sono, quindi mi poni una domanda che è per lui

  33. Machera Machera

    Sono anni che la nazionale di Recalcati gioca male e non raggiunge i risultati prefissati.
    L’anno scorso Bargnani non c’era, ma la qualificazione agli Europei non è arrivata. Recalcati c’era, almeno fisicamente ed i risultati si sono visti.
    Domandina facile facile: se Recalcati lasciasse la nazionale, quali squadre di vertice europeo o di alta classifica italiana gli farebbero la corte per averlo?
    La risposta di Meneghin a Bargnani è stata imbarazzante, degna di un bambino di prima elementare. Dispiace che stia facendo di tutto per rovinare la sua immagine di monumento del basket italiano. Peccato!
    Ciao Flavio

  34. fortitudo fortitudo

    Il ciclo di Recalcati alla guida della nazionale italiana di pallacanestro è finito, e questo non significa però che Recalcati sia un allenatore bollito, anzi. Per quanto riguarda Bargnani lui dovrebbe solo star zitto, perchè da parte sua non ho mai visto personalità e voglia di aiutare il più possibile la squadra. Lo paragonano a Nowitzki e in effetti col tedesco ha in comune che quando conta sparisce dalla partita.

  35. Magic Magic

    Caro (permettimi) Flavio,
    spero di non passare per irrispettoso confessando che per quanto mi riguarda chi abbia ragione tra Bargnani e Recalcati mi interessa il giusto, quindi molto poco.
    Da amante del gioco, prima ancora che da tifoso, mi interessa però come gioca la squadra, prima ancora che i suoi risultati. E, da amante del gioco ad amante del gioco (quale penso tu sia, prima ancora che “professionista del settore”), mi sorprende francamente che tu non rabbrividisca e non esprima anche “pubblicamente” la tua profonda riprovazione per il modo in cui le squadre (nazionali) di Recalcati stanno in campo (si fa per dire).
    Il fatto che lo si conosca da sempre per uno che (semplifico) “lascia fare” non può alla lunga essere una giustificazione, anzi, è proprio per questo che va trovato un altro che abbia un diverso approccio e una diversa filosofia, quando la sua si dimostra così pervicacemente fallimentare.
    E neppure l’osservazione “tra le righe” (risemplifico) che “però quando vinceva vi/ci piaceva” può essere presa per buona, che altrimenti qualunque mestierante baciato alla sua prima occasione dalla dea bendata diventerebbe inamovibile.
    Perfino la questione della effettiva allenabilità delle squadre nazionali sembra da parte tua, perdonami, un pò buttata lì, visto che accomuna il contesto competitivo nel suo complesso, non è una specificità italiana, e non ci impedisce oggi di impallidire nel confronto strettamente tattico con rappresentative a cui fino a poco fa avremmo (e talvolta abbiamo) fatto scuola.
    Non conterei neppure sull’eventualità (comunque plausibile) che “quello che non va bene per un Bargnani può invece calzare a pennello per un Gallinari”, perché per uno che sa approfittare dei gradi libertà che “l’approccio Charlie” incoraggia, ce ne sono altri 11 che possono affogare senza neppure potersi attendere che questo comandante metta in acqua un accidenti di scialuppa.
    Se stiamo qui a rimarcare quello che giornalisticamente “tira” (ma mi sembra invece che i tuoi commenti siano ispirati ad un opposto pensiero), allora ci sta pure che si inquadri la questione come una contrapposizione filosofica tra il giocatore attualmente più rappresentativo e il suo coach. Ma proprio perché tu stesso mi sembra la consideri una questione mal posta, fallace e fuorviante, le dichiarazioni di Bargnani suonano leggerissime rispetto alla pesantezza dei fatti: la nazionale che rappresenta il nostro movimento e quindi, almeno in parte, suo malgrado, la qualità del suo prodotto, gioca malissimo, non fa risultati da 3 competizioni e sbaglia anche gli esami di riparazione.
    Dal pubblico, me incluso, mi aspetto poco, ma dalla critica (te incluso) mi aspetterei comprensione ormai esaurita ed esecrazione reiterata fino alla sostituzione dello staff tecnico tutto.

    Ti ringrazio per lo spazio, con la stima di sempre (e un pizzico di delusione).

  36. zeppfan zeppfan

    Bargnani figa fredda? no
    Recalcati bollito? come coach forse no, come ct della nazionale decisamente si, ha raggiunto la saturazione e gli amici di bevute ke ha in federazione nn vogliono vederlo…

  37. Giacomo Giacomo

    Bargnani in nazionale non ha mai reso secondo le aspettative, nè secondo le necessità.
    Recalcati dopo Atene 2004 ha infilato una serie, al momento purtroppo infinita, di errori tecnici, di gestione del gruppo e di rapporti con la stampa.
    Entrambi sono COLPEVOLI per il fallimento di questa estate.

    MA

    1.Recalcati è un ottimo amico di Meneghin, ergo gli è stato confermato un contratto PESANTISSIMO (550.000 € all’anno) per allenare una squadra che nei prossimi 12 mesi NON avrà manifestazioni serie cui partecipare

    2.Dopo queste parole , PIENAMENTE CONDIVISIBILI, Bargnani non vedrà più l’azzurro sino a che Charlie siederà sul pino nazionale.

    3.Al momento l’Italia è , tecnicamente e come mentalità, un gruppo PERDENTE.
    Chi dei fissi in nazionale ha vinto qualcosa di importante DA PROTAGONISTA?
    Chi dei fissi in nazionale ha vinto un Eurolega?
    Chi dei fissi in nazionale è il go to guy del suo club?

    Ergo inutile aspettarsi grandissime cose da un gruppo mediocre.

    A mio avviso sino a che ci sarà Recalcati però non si potrà, per provata ed ormai oggettiva mancanza di volontà in tal senso dello staff tecnico, avviare un vero rinnovamento tecnico per ricreare un gruppo con prospettive e competitività.
    Con i tinto tiriamo a campare facendo schifo ogni volta che di fronte abbiamo una squadra con un minimo di organizzazione.

    SOLUZIONI:

    1.VIA RECALCATI SUBITO
    2.RIVOLUZIONE DELLO STAFF TECNICO (vice,preparatori,massaggiatori,dirigenti,…) e PIENI POTERI AD UN DIRETTORE GENERALE, stile Colangelo per i Campioni Olimpici, che scelga allenatore e collaboratori IN PIENA AUTONOMIA
    3.CREAZIONE DI UN GRUPPO ALLARGATO DI GIOCATORI (20) che devono essere sempre disponibili per le convocazioni, altrimenti sanzioni pesanti.
    4.SCELTA DI UNA SEDE FISSA in cui disputare TUTTE le partite in casa.
    Inutile continuare a girare come trottole impazzite (Porto San Giorgio, Cagliari, Torino, Bormio….) sprecando energie e risorse.

  38. drazen drazen

    il (lungo) discorso è chiaro, e sono d’accordo anche sul “chi ha ragione? e chissenefrega”, perché è vero che il punto non è quello. Mi pare però che la spaccatura/incomprensione tecnica non sia solo tra il Charlie e il Mago, ma tra il coach/staff tecnico e buona parte della squadra.
    Si gioca male come si giocava male anche prima (Lulea, in parte Atene): vero. Ma “giocar male”, mi si passi il paradosso, può essere un vantaggio (nel gioco fiba, e poi vedremo con i cambi regole…) se fai giocar male anche gli avversari, magari più forti e meno abituati a soffrire e al gioco spezzettato e sporco, se i tuoi interpreti in quel gioco si esaltano. Se no (o perché non hanno il carattere, le caratteristiche tecniche – più fiorettisti che sciabolatori, più attaccanti che mastini dei baskerville – o la maturazione sufficiente, quella a cui sta arrivando per esempio un mancinelli) ti resta solo il gioco brutto, le brutte figure, i pessimi risultati. Rischiare di buttare via altri anni e competizioni in una situazione irrisolvibile mi pare controproducente, posto che di miglioramenti/cambiamenti negli ultimi anni non se ne son visti…
    poi, se la questione è (com’è) “politica” e più vasta, beh, allora…

  39. andrea I.V. andrea I.V.

    Scusa Flavio… una sola cosa, chiarito il tuo pensiero: reitererò, ma mi interesserebbe sapere il tuo pensiero sulle dichiarazioni di Meneghin relative a Bargnani ed al suo “vinca come Kobe”…

    … che nn posso sperare tu pubblicamente dica quello che pensi di Meneghin in quanto carica istituzionale…

  40. Marco Marco

    l’articolo è lungo ed io mi sono perso sicuramente qualcosa (colpa mia..) ; chiedo : chi ha messo Recalcati alla guida della Nazionale negli ultimi anni ??i contratti ormai valgono poco o nulla, ma è apprezzabile che vengano rispettati da chi di dovere (peccato però che siano a discapito dell’Italbasket e degli appassionati !!!). Bargnani credo che vada fatto giocare comunque e credo che l’Italia debba essere confezionata a sua misura per permettergli di dimostrare la sua indubbia forza : ci sono determinati giocatori?bene sfruttiamo al meglio le loro qualità! Se serve ,anche un allenatore straniero . Certo con il Gallo tutto sarebbe molto più semplice… Però con una federazione che ne combina di tutti i colori, dove vogliamo andare ??? ciao

  41. Paolo Paolo

    Via Recalcati subito!
    Ragazzi, rendamoci conto che se dopo Atene 2004 avesse allenato una squadra di club, con i risultati ottenuti non sarebbe durato 5 anni sulla stessa panchina.
    Per me è incredibile cercare di trovare scusanti per il nostro CT.
    Per carità, è un allenatore che ha vinto tanto sia in nazionale che nei club, ma ha fatto il suo tempo ed è ora che con molta onestà rassegni le dimissioni, visto che la federazione non sembra intenzionata, al momento, a licenziarlo.
    E’ palese che i giocatori non lo seguono, o per volontà loro o per incapacità dello stesso coach.
    Bisogna cambiare, punto.

  42. Marco Marco

    Ciao Flavio, vorrei iniziare citando Federico Buffa dal suo sito
    “ci sono giocatori per allenatori e allenatori per certi giocatori…”
    Io credo, opinione del tutto personale e non professionale, che Recalcati sia un allenatore che necessita di veterani esperti, grintosi e autosufficienti in campo, piuttosto che talentuosissimi (pardon) giovani virgulti. Bargnani (e io ci metto dentro pure Belinelli…) come da lui stesso detto, necessita invece di una guida costante in campo, cosa che Charlie non ha mai fatto con nessuno, per precisa scelta filosofica.
    Per la prima volta da molto tempo l’Italia (intesa come nazionale di basket) si trova ad avere un gruppo di giovani di enorme talento, e su di loro bisogna costruire, cambiare, sviluppare. Credo di svelare il segreto di pulcinella se dico che invece Recalcati è, e non da oggi, un finalizzatore, uno che prende un gruppo già rodato e gli fa fare il salto di qualità.
    Secondo argomento e poi chiudo. Il piccolo torneo a cui abbiamo partecipato questa estate credo non sia da prendere come prova. La Francia è una nazionale che mi ricorda molto, anzi moltissimo, l’Inghilterra nel calcio. Entrambe avrebbero lottare per vincere qualsiasi cosa negli ultimi cinque anni, eppure arrancano, sprecano occasioni. Noi non siamo superiori alla Francia, il problema a mio parere è che cosa ci facevamo entrambi lì????? in quel piccolo torneo a scannarci per l’ultimo posto disponibile.

  43. cespo cespo

    un allenatore può non entrare in chimica coni suoi giocatori, può avere uno stile di gioco che non ci sta con lo stile dei propri ragazzi. Ci può stare, charlie ha vinto, bravo, ha vinto a siena, ha vinto a varese, ha vinto a bologna, ha fatto cose incredibili con l’italia.
    Ma allora io un po’ di cose non mi spiego:
    – una difesa che è un insulto a questo termine. Non ci si può attaccare alla mancanza di mancinelli, di un lungo intimidatore. Qui sono semplici, e scusa se deturpo il tuo blog, coglioni: sei 2.13 con piedi da ballerina, scivoli. Salti, cerchi di stoppare. Lo stesso per belinelli, ma anche da tutto il supporting cast: qui oltre a chiare carenze tecniche (aiuti sul fondo nulli, ritazioni in super ritardo) manca proprio quel fuoco di non voler far segnare l’avversario. Quindi niente recalcati-bargnani, un bel bagno di umiltà a tutti.
    – qualità di esecuzione: come hai detto, non conta il numero di schemi. Vedermi un bargnani (cito lui perchè con lui è iniziata la diatriba) che non porta un blocco fatto bene, non riuscire a vedere una uscita pulita per belinelli, a me queste cose fanno incazzare. Non è tattica, è voglia: quindi colpa dei giocatori he non la mettono e dell’allenatore che non riesce a farla esprimere..

    Potrei continuare, ma io in questo duello vedo solo due persone che cercano di allontanarsi dalla colpa gettandola all’altro: un allenatore che non riesce a rapportarsi con il gruppo ed un giocatore che nel momento in cui viene chiamato in causa, in cui gli viene chiesto di mettersi in spalla la squadra, fallisce clamorosamente (ripeto quello che ho gi detto: partita decisiva e fai 6, non è colpa degli schemi, perchè se vuoi chiami pallla e la spari lo stesso. Se vuoi).

  44. pandolfo pandolfo

    A me pare tutto molto più chiaro di quanto (e come, se è permesso) scrive Flavio.

    – Bargnani, ormai è ovvio, è efficace se messo in certe condizioni. Recalcati non intende o non riesce a predisporle. Dopo anni in cui lo si può vedere giocare quotidianamente, non si può arrivare all’estate 2009 e crecare di far giocare Bargnani in un modo che evidentemente non è il suo; rivoltando il concetto, è inconcepibile non usarlo nel modo in cui si è dimostrato utile (e anche qualcosa di più) a Toronto, poste le differenze fra NBA e contesto europeo. Tra l’altro, sono pochi i centri alti e grossi da cui si può pretendere che giochino “fuori dagli schemi”. Una guardia può farlo, un centro fa inevitabilmente fatica, qualsiasi sia il suo tipo di gioco o la sua condizione fisica.

    – La questione è tutta tecnica, ma se ne vuole fare un intrigo politico per confondere meglio le cose. La scelta che si deve fare non riguarda quale trincea occupare, ma quale progetto pianificare, per due motivi: primo, perchè la nazionale ha talenti (pochissimi, ma ci sono) da coltivare e amalgamare, non solo partite estive da vincere all’occasione; secondo, perchè non è solo Bargnani a non girare bene con la conduzione di Recalcati, ma è tutta la squadra che non funziona.

    Insomma: la scelta va fatta e, comunque la si veda, Recalcati, per motivi tecnici, va cambiato. Poi si possono tranquillamente dare a Bargnani le responsabilità e le colpe che ha e che non nega. Non risolvere lo stallo ora, rimandando tutto all’anno prossimo, sarebbe del tutto inutile e contribuirebbe solo a far incancrenire rapporti già difficili.

  45. Radich Radich

    Ora comprendo meglio la posizione di Flavio, in cui ciò che conta veramente è cosa si farà dall’ alto… quanta distanza è possibile colmare tra Bargnani&co. con Recalcati…
    Personalmente credo che Gallinari o non Gallinari il rischio di rivedere un’ altra ciccata mi sembra troppo alto e che una scossa totale all’ interno di tutta la federazione potrebbe come spesso accade in altre situazioni a dei grandi miglioramenti… sia in campo che fuori dal campo…
    Per prima cosa però dovrebbero loro stessi comprendere come dici tu il problema e ammetterlo… ma già qui temo che anche stavolta ci fermeremo… e allora mi dico ben vengano queste ed altre dichiarazioni che muovono le acque ovunque, sia tra i giocatori che tra tutti gli altri…

  46. TommO TommO

    Ok non buttiamo nessuno dalla torre, ma cerchiamo pragmaticamente una soluzione analizzando quello che è emerso come IL problema, cioè l’incompatibilità tecnica tra i due. Ora se abbiamo un talento surreale che ha bisogno di un binario da seguire per esplodere il suo potenziale e un allenatore che invece si affida metodicamente (???) agli assoli dei singoli (questa però mi sa che non l’ho capita tanto) allora chi dovrebbe andare incontro a chi?
    Io penso che la domanda sia sostanzialmente retorica… o no?

  47. Letto – puf puf che fatica – tutto il pezzo e condiviso in pieno. Le responsabilità ci son da entrambi i lati.

    Da giocatore che ha calcato i parquet una vita e mezza dico solo che però il giocatore ha responsabilità in più rispetto a un allenatore, soprattutto se si parla di non saper uscire dallo spartito e caricarsi al squadra sulle spalle.

    I leader veri – tipo Gallinari – lo sanno fare indipendentemente da quello che gli dice il coach.

    Una cosa mi sentirei comunque di dire: che il futuro deve trovare il suo punto di discontinuità da questa situazione…

  48. Rush Rush

    Ramunas Butautas stepped down as head coach of Lithuania following his team’s 89-79 defeat against Serbia on the final day of EuroBasket 2009 Qualifying Round in Lodz.

    The result saw Lithuania finish dead last in Group F with an 0-5 mark. Their only win of the entire tournament was in the Opening Round against Bulgaria.

    “Congratulations to Serbia and Mr Ivkovic. They played very well. We controlled the game but they played patiently and killed us with late three-pointers. Good luck to them in the next round. We go home. We didn’t play well. We won one game only. We played very bad. I must leave this team now and I wish all the best to them,” Butautas said.

    Lithuania played this tournament without key players Sarunas Jasikevicius, Rimantas Kaukenas, Ramunas Siskauskas and Arvydas Macijauskas. They were without second leading scorer Simas Jasaitis for the last two games

    Punto, non serve aggiungere altro!

  49. p3pp3 p3pp3

    La ragione è dei fessi, recita un vecchio adagio. Sono in parte d’accordo con te, in special modo quando parli delle prospettive future e di chi dovrà scegliere. Compito arduo ma ASSOLUTAMENTE NECESSARIO. Sarebbe stupendo se qualcuno mettesse i puntini sulle i o magari solo dei punti chiave dai quali ripartire. Il problema, secondo me, è che fino ad oggi nessuno lo ha fatto. Per il resto, non penso ci sia bisogno di ulteriori chiarimenti sul pensiero di Mr. Tranquillo, penso sia chiarissimo. Magari qualche altro spunto sulla prossima guida tecnica sarebbe sicuramente sul pezzo, in quanto abbiamo i giocatori per giocare alla D’Antoni, ma non l’abbiamo mai fatto. Una zona seria non l’abbiamo mai messa in atto, non ho mai visto un pick and pop con i nostri lunghi atipici. Questo mi sconvolge di più della diatriba Mago- Charlie…. Ad Maiora…..

  50. …secondo me Flavio questa tua analisi è perfetta… nel senso che incolpare qualcuno perchè si è perso è totalmente sbagliato… Io sonon convinto che il signor Recalcati ha dato il 100% e che il signor Bargnani abbia fatto lo stesso…!!! Quindi non critico il fatto di aver perso. Io sono uno di quelli che ha sempre detto che Racalcati è stato un grande allenatore e che è stato importante per il basket italiano, però se devo fare un’analisi puramente tecnica dico che lui è un allenatore più capace di allenare una nazionale di operai che una di talenti… LAMMA, ROMBALDONI, SORAGNA e gente varia non sono fenomeni e mai lo sono stati e su questo tutti d’accordo eppure in nazionale si trasformavano, erano leoni pronti a mordere(giocatori normali dopo la convocazione in nazionale diventavano stelle nelle loro squadre, PseudoStelle chiaramente però brillavano tanto quanto le stelle vere…) poi certo l’argento olimpico l’abbiamo vinto grazie a Recalcati, ma io dico che quel giorno ero a casa in piedi sul divano a criticarlo per la gestione delle rotazioni, se non ricordo male nel terzo quarto non fece giocare Pozzecco perchè aveva tre falli e lì l’argentina fece il break decisiviso, rientrato il Poz ci siamo fatti di nuovo pericolosi… Cmq tornando a oggi dico e ripeto che ammiro le parole di Bargnani perchè sono parole finalemente da leader(come quelle di Gasol con Scariolo…) che fanno capire quanto tenga all’azzurro… Quindi senza dargli ragione perchè uno come lui che gioca come quest’estate non si può meritare la ragione dico che la persona da ascoltare può essere solamente lui… NOI VINCIAMO O PERDIAMO, MA NON POSSIAMO FARE A MENO DI LUI per farlo… Sono convinto e scommetterei soldi sul fatto che questa nazionale abbia un gran potenziale per fare qualcosa di grande… la Francia ha fatto sei su sei e noi siamo a casa, io non lo sopporto… SIAMO PIU’ FORTI DI LORO!!! Mancinelli e Gallinari insieme saranno decisivi per farci fare il salto di qualità e per far si che Bellinelli e Bargnani si concentrino sul fare canestro… Ciao Flavio…

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