Henry Abbott di True Hoop e John Hollinger si occupano del fastoso esordio NBA di Brandon Jennings (17/9/9 la prima, 24 la seconda).
Basketball godfather Sonny Vaccaro has been openly supportive — instrumental even — in encouraging some of the finest young basketball players in the U.S. to skip college to play overseas.
Brandon Jennings was experiment subject #1, and endured a lot of criticism for his poor play in Europe last year. Jennings himself has gone to some trouble to express how difficult a year it was, not getting on the court much in Italy. He was drafted tenth overall, after leaving high school a year earlier as one of the top three names in his class. Jennings is looking mighty good in the NBA, however. If, instead of Rookie of the Year they handed out hardware for Rookie of the Week, Jennings would have a new trophy on his way. (His two-game PER, not that it much matters, is 21.2).
John Hollinger (Insider):
Nonetheless, his European experiment appears to have been a beneficial experience. Jennings got a chance to play and improve, not to mention a serious ego check. Although he didn’t put up great numbers in Rome, his learnings from playing there enabled him to be among the league’s readiest rookies, even though he never played one collegiate game.That, clearly, will be food for thought for other youngsters who contemplate the same decision. In fact, it eventually could undermine the NBA’s efforts to raise the age minimum from 19 to 20 years old, because it doesn’t really help the league if its future stars are laboring in obscurity in Europe rather than building fans in the NCAA. If Jennings does end up as a surprise rookie of the year winner, the current trickle of prep stars across the Atlantic could quickly become a torrent.
Sia ben chiaro, due rondini non fanno neppure mezza primavera in una Lega che va giudicata solo nel medio-lungo periodo. Poi vi prego, non partiamo tutti in quarta con qualche sillogismo tipo “la serie A è molto più competitiva della regular season NBA se Jennings ne fa 24”, “lì non difende nessuno”, “ora sì che lo capiscono” e via discorrendo. Capisco che non si possa fare a meno di restare sconcertati paragonando queste due prestazioni al relativissimo impatto avuto nella stagione 2008-2009 della formazione romana. Ma se vedendo giocare Jennings, ad esempio, contro l’allora TAU sia a Vitoria che a Roma non vi è balenata l’idea che questo sia un giocatore di basket, beh, forse avete qualche pregiudizio. Sarebbe come dire che per due partite buone con la maglia dei Bucks è diventato un All Star, tanto per fare un paragone.
Senza conoscere bene i dettagli, azzardo che BJ abbia preso l’esperienza europea come una medicina che gli veniva imposta. Sapeva che gli avrebbe fatto bene, almeno così dicevano i medici, ma il sapore lo ha gradito poco. Colpa sua, in gran parte, ma tra Compton e la Città Eterna la distanza è davvero notevole. Tutte le parti in causa in quella vicenda potevano (dovevano ?) fare di più, ma cosa fatta capo ha. Rimane un giocatore con clamorosa rapidità ed altrettanta inconsistenza. Meno visibile la seconda in un basket, quello NBA, che perdona di più e si gioca ad un ritmo molto più adatto ai mezzi del nostro. Più visibile la prima se gli si chiede di giocare una pallacanestro che tende a schiacciare molto i valori e privilegia altre tipologie a livello fisico e cestistico. Personalmente rimango curioso di vedere come proseguirà la stagione di BJ, e soprattutto di valutare i risultati della squadra prima che i suoi. Abbastanza sicuro che Roma e l’Italia gli abbiamo dato molto più di quello che lui possa o voglia ammettere. Ma anche che tra non poter stare in campo qui e farne 24 là c’è troppa distanza per non parlare di un’occasione sprecata.
Avevo letto questo pezzo, concordando su tutto o quasi veniva detto da Flavio, circa 10 giorni fa.
Sinceramente credo che BJ avesse iniziato così bene forse perchè cmq investito di una fiducia che spesso non vinen riposta (al di qua e al di là dell’oceano) facilmente a ragazzi così giovani. Ma che ben presto sarebbe arrivato il rookie wall pronto a rendere la stagione di Young Money una stagione buona, ma non incredibile.
Poi…ne ha segnati 55 e ho capito che Sonny Vaccaro ne capisce sempre più di tutti e cha parlare di occasione sprecata nella Capitale riscgia di diventare un eufemismo o peggio una caso Sam Bowie-esco…Falvio un commento ti prego!
55! :() ma davvero e’ lo stesso giocatore?
Guardando un pò questo inizio di stagione e in particolare i San Antonio Spurs, ho notato una cosa e cioè il minutaggio che mister Popovich riserva ai suoi giocatori. Ebbene concede ai suoi giocatori dai venti ai trenta minuti a partita. Ora mi chiedo e chiedo soprattutto a lei Dott. Tranquillo: Non è che hanno un “pochino” di interesse a vincere le partite che si giocheranno nelle prime settimane di giugno????
eccome se ne hanno, ma devi vincerne un bel po’ per poi giocarci a giugno ….
Concordo, anche se devo dire che – per quanto in maniera autoreferenziale e coloristica – BJ ha ribadito la bontà della sua scelta (http://sports.yahoo.com/nba/news;_ylt=AqauASEfrZr59MMs0U3VSt68vLYF?slug=dw-jenningsbucks110209&prov=yhoo&type=lgns). Sottolineo però il possessivo, che nasconde ancora molti degli stereotipi che in USA spesso si hanno del basket europeo.
tipologia allen iversoniana secondo me.me lo ricorda per certi aspetti
giocatore che appartiene alla lista di quelli “vado dove mi porta lui”.
Milwaukee è un bacino NBA dove non aspettavano (e forse aspettano ancora…) altro che questo tipo di giocatore.
A Roma, per cultura e necessità, non poteva aver quel ruolo. Troppi schemi per uno spirito libero.
Come detto “semplicemente” piu’ adatto alla Nba.Come viceversa e’ accaduto il contrario a moltialtri giocatori.Poi magari sommando il fstto che vede che questo e’ il suo futuro, il suo mondo , il gioco e’ fatto.Inconsciamente da di piu per questo.Forse,sono tutte impressioni.Poi ancora sommando che i Bucks non sono certo i Lakers come talento , la palla e’ sua e ci pensa lui(visto anche Redd infortunato)..
una concedimela, flavio, che tra fare il playmaker di qua e farlo di la, spesso c’è più di un oceano in mezzo….
Giustissimo…Jennings è chiaramente un giocatore che meglio si adatta allo stile di gioco nba e aggiungo (per averlo visto da tifoso romano) mi sembra un giocatore, un ragazzo che viva molto sull’entusiasmo, con i suoi alti e bassi; inoltre per un diciottenne americano, che gioca in un club di alto livello in Italia e medio livello in eurolega con la sola esperienza dell’high school, è palesemente molto difficile ambientarsi ed esprimersi; se poi ci aggiungiamo le sue caratterische dette sopra il giusto mix è davvero difficile da trovare. Senzaltro tutti qui a Roma si aspettavano qualcosa in più da lui, ma queste aspettative erano date più dalla pubblicità fatta al momento del trasferimento che dalla reale, concreta analisi del giocatore che poteva fare meglio (si può parlare senza dubbio di occasione sprecata e di “medicina” imposta) ma che per il suo gioco, per la sua indole, la poca fiducia sopratutto di Gentile, è l’esempio di come sia possibile non brillare in europa ed esssere un top rookie in nba…